lunedì 24 novembre 2014

Lo zebù: il potere e il sacrificio.

Guardando l’emblema della Repubblica del Madagascar é presto chiara l’immagine della testa dello zebù. Sembra quasi che lo zebù, OMBY in malgascio, porti sulla sua testa il peso della storia di questo popolo: gli anni della colonizzazione, la fierezza dei propri costumi, i colori della sua terra, la sofferenza della sua povertà, il rispetto per gli antenati.
Ed é l’OMBY che caratterizza spesso le relazioni tra le genti, tra le famiglie, i cittadini e le istituzioni e le religioni.  Grazie all’OMBY si possono  riappacificare liti e conflitti, e perfino accordarsi di fronte a fatti gravi come incidenti, risse, lotte tra le diverse etnie.  L’OMBY viene offerto dai rappresentanti  delle chiese e delle istituzioni in occasione di ricorrenze speciali. La gente nota bene questo dono e ne parla anche per giorni: il sindaco piuttosto che il vicario generale, o il vescovo, hanno dato 6 OMBY per la festa dell’indipendenza, o 3 per la giornata mondiale della gioventù cattolica o per...
E l’OMBY é sulle tavole di tutti quando si tratta di matrimoni, o battesimi, o funerali...
E chiaramente chi possiede molti  OMBY é considerato uomo ricco e soprattutto potente, uomo che può fare e disfare a suo piacimento, che può corrompere chiunque sia necessario, patteggiare per giovani donne, insomma decidere della vita degli altri.
E a questo proposito vorrei farvi partecipi di una storia raccontatami anni fa da uno di questi uomini potenti.  Lui appartiene all’etnia VEZO, che abita la zona di Tolear a sud ovest del Madagascar.
Mi raccontava la storia della sua famiglia e lo faceva con grande fierezza e orgoglio, con profondo rispetto, come diceva, della FOMBA, la tradizione della sua etnia.
Possedeva 80 OMBY e anche una giovane figlia di 19 anni, gravemente ammalata.
Prosegue la sua storia dicendo che non ha ritenuto di curarla perché non aveva i soldi e ne occorrevano molti.
La giovane ha vissuto per circa due anni con la sua malattia e lui non ha nemmeno pensato di vendere anche uno solo dei suoi OMBY per poterla curare. Alla fine questa giovane é morta.
Ed é a quel punto che il cosiddetto padre ha rispettato in piena regola la tradizione della sua tribù: ha venduto  gli OMBY  così da potere offrire il pranzo del  funerale a tutto il villaggio per 5 giorni. Ma ne ha tenuti due, così da essere sufficienti per potere invitare ancora tutto il villaggio in occasione del rito della riesumazione che sarebbe avvenuto tre anni dopo.
Questo é il dovuto rispetto che bisogna attribuire ai RAZAHANA, gli antenati, cosi da favorire la loro benedizione.
Ed io che pensavo che l’era del toro avesse lasciato spazio a quella dei pesci per inoltrarci pian piano in quella dell’acquario!
Per carità, ognuno é libero di credere o fare ciò che ritiene meglio per lui, e non ci resta che lasciare ai posteri del karma l’ardua sentenza.

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Mi chiamo Toni Vasco, sono nato ad Enna
ed ho svolto la professione di psicologo presso
il servizio di salute mentale. Ho lavorato per due
anni a Trieste, ai tempi di Basaglia ed ero stato
catturato dal fervore di quella che si chiamava “antipsichiatria”.

Di Tony Vasco

Questi occhi belli che chiedono di apprendere, di sperimentare, di vivere.
E questi occhi sono ancora puliti.
E soprattutto esprimono la preziosità di ognuno e di tutti.

Di Tony Vasco
“… Ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso...”

e di un piccolo villaggio del Madagascar
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inizia così un percorso, un’avventura costruita passo dopo passo,
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