LUGANO - Anche quest’anno,
puntualmente, seguendo una tradizione che dura ormai da parecchio tempo (quando
ancora operava per la Croce Rossa Svizzera in Ticino), il direttore generale
delle strutture carcerarie ticinesi, Fabrizio
Comandini, per una decina di giorni ha lasciato il posto di comando
ai suoi collaboratori e si è recato all’estero, per svolgere il delicato
compito di osservatore elettorale.
È un ruolo importante, effettuato in
Paesi dove solitamente il «clima», soprattutto in occasione delle votazioni
popolari, è generalmente difficile da gestire; tanto, infatti, da necessitare
della presenza anche di «ispettori» internazionali, in grado di vigilare sulla
legittimità delle varie operazioni di voto e conteggio delle relative
preferenze. Questa volta, Comandini, insieme ad altri svizzeri, si è recato in
Madagascar, dove si è svolto il 1. turno delle presidenziali (il 2. turno, con
l’elezione del presidente e le legislative, è previsto, invece, per il 20
dicembre prossimo). Il bilancio di quest’ultima esperienza è stato positivo,
anche se non è sempre semplice svolgere la missione in Paesi in cui vi sono
grandi aspettative e fermento. Nella fattispecie, dopo il colpo di stato nel
2009 – spiega Comandini – tutto e passato nelle mani di un Governo di
transizione, in attesa delle nuove elezioni presidenziali.
Con «ispettori» locali
Comandini, di recente è dunque volato
in Madagascar per conto dell’Organizzazione internazionale della francofonia:
ha svolto il suo compito unitamente ad altre decine di osservatori provenienti
da diverse nazioni e ad alcune centinaia di «ispettori» locali. Ha lavorato in
modo tranquillo e non ha assistito ad alcun incidente durante le operazioni di
voto. La presenza di osservatori elettorali – sottolinea comunque il nostro
interlocutore – è basilare per contribuire a mantenere il clima tranquillo in
un alveo di correttezza, indispensabile in simili frangenti.
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