Il 25 ottobre scorso in Madagascar si
sono tenute le attesissime
presidenziali, le prime dopo il golpe del 2009 che ha destituito l'allora
Presidente Marc Ravalomanana.
A oltre una settimana, iniziano appena a
filtrare le prime cifre e l'attesa ciò va infiammando il dibattito online. E mentre gli
osservatori internazionali ne ribadiscono la trasparenza, rimane sempre poco chiaro il
ruolo dell'esercito.
@TheEIU_Africa: Non tutti comunque si sentono di
condividere le opinioni favorevoli riguardo il voto malgascio, visto che molti
cittadini non sono stati in grado di votare per mancata consegna delle schede
elettorali, o perché il loro nome non compariva nelle liste.
Ndimby, noto blogger attivo sin dal dopo
golpe del 2009, commenta l'operato del CENI-T,
struttura responsabile dell'intero processo elettorale: "È vero che le elezioni
del 25 ottobre si sono svolte in generale senza problemi, ma il processo
elettorale va ben oltre questa data, visto che comprende la pubblicazione dei
risultati e le reazioni dei candidati sconfitti. Contrariamente a quanto
affermato dai disfunzionali osservatori internazionali, bisognerebbe aspettare
la pubblicazione di risultati più corposi, la comparsa di vere costanti
nazionali, del consolidamento di scopi ed eventi; prima di affermare che i
primi turni si sono svolti bene, bisognerebbe aspettare che gli sconfitti
ammettano di aver perso.
[...]
Visto lo spoglio delle schede ancora in
corso, è troppo presto per parlare di brogli elettorali e lo stesso per cantar
vittoria. Il rimanente 90% dei voti da esaminare potrebbe cambiare radicalmente
il quadro. Ancora una volta, occorre restare calmi e non rimanere invischiati
in proteste contro frodi, né in celebrazioni di vittoria. Detto questo, la
lentezza del CENI-T nella pubblicazione dei risultati (a cominciare da quelli
geograficamente più vicini al suo quartier generale) destano dei sospetti. Il
CENI-T deve riprendersi, o la gente inizierà davvero a chiedersi se gli errori
delle liste e le schede elettorali mancanti siano davvero sviste, o invece
facciano parte di una strategia che mira a imbastire, qualora necessario, scuse
per negare il diritto di voto a coloro che risiedono in determinate zone che
quasi sicuramente sarebbero andate contro il candidato, e attuale Presidente,
Rajoelina. Solo il tempo potrà stabilire se si è trattato di un insieme di casi
isolati, o se tali coincidenze avranno un impatto significativo. Sorge
spontaneo chiedersi cosa può essere successo nelle zone rurali, visto che solo
nella capitale, con gli attuali mezzi di comunicazione e di trasporto, sono
avvenuti tanti errori."
Il CENI-T si trova al centro di molte
critiche soprattutto per l' impossibilità di pubblicare dati precisi. Poco dopo il voto, il sito web è stato
anche colpito da un attacco hacker, come rivela un messaggio su Twitter:
@tandriamirado: perché i risultati delle elezioni sono
stati rimossi dalla pagina ufficiale del comitato elettorale? Firmate la
petizione! https://t.co/hIiYEZ2mf4.
Inoltre, un messaggio ritoccato con
Photoshop ironicamente affermava che il CENI-T era occupato a manipolare i voti
e che il sito sarebbe tornato funzionante nelle ore successive:
@CauseImMalagasy: Sulla homepage si legge: "Sito
occupato a truccare i voti" Hahaha.
Barijaona,
uno dei primi blogger e geek del Paese, ed esperto di database nel campo della
finanza, spiega come trasferire i primi dati
ufficiali pubblicati
come documento PDF in un foglio di calcolo, e quindi verificare se i numeri
forniti abbiano senso o meno. Ha anche preparato un modello statistico per le
proiezioni dei risultati definitivi.
Con i dati forniti il 27 e il 29 ottobre,
il blogger sembra essere giunto alla medesima conclusione
generale, cioè che i due
candidati in testa probabilmente si affronteranno al secondo turno: "I
voti ottenuti da due candidati sono piuttosto stabili, e se i risultati finali
differissero da questi numeri, sarebbe fantastico ....".
Due iniziative di crowdsourcing intanto
stanno cercando di raccogliere informazioni sulle infrazioni:
@tandriamirado: Grande iniziativa: mappa crowdsourcing
dei dati sulle elezionihttp://andrimaso.madatsara.com e http://zahavato.crowdmap.com.
Altri netizen mantengono la calma e non
si fanno prendere dall'ansia dei risultati:
@rashaja: Elezioni o no, ad Antananarivo c'è vita
notturna, rimaniamo positivi!
Nel corso della giornata di oggi, lunedi'
4 novembre, sembra comunque imminente l'arrivo di dati ufficiali:
@vote4africa: Risultati presidenziali, Jean Louis
Robinson in testa con il 23.98% (80% dei voti conteggiati):http://ow.ly/qtfda.
Rimane infine da sottolineare che gli
osservatori internazionali hanno definito le elezioni "libere, trasparenti
e credibili", mentre la Comunità di Sviluppo dell'Africa Meridionale
(SADC) aggiunge che il voto "riflette la volontà del
popolo".
La
stampa.it
– Ha
superato il 61% l’affluenza al primo turno delle presidenziali: lo indicano i
dati diffusi dalla Commissione elettorale, dopo lo spoglio di oltre l’85% delle
schede. Favoriti per il ballottaggio Jean-Louis Robinson (23%) e Henry Martial
Rajaonarimampianina Rakotoarimanana (15%). La Commissione elettorale nazionale
indipendente di transizione (Cenit) si è impegnata a pubblicare i risultati
completi provvisori entro l’8 novembre.
Due figure
che corrono per procura al posto di Rajoelina e Ravalomanana, quest’ultimo
attualmente in esilio in Sudafrica. Si tratta rispettivamente di Hery Martial
Rakotoarimanana Rajaonarimampianina, ex ministro della Finanza, e Richard
Jean-Louis Robinson del partito Avana, sostenuto dall’ex presidente del quale è
stato ministro della Salute.
• Del resto del gruppo, sono in molti ad
essere pronti ad allearsi con uno dei due fronti nel caso in cui si vada al
secondo turno elettorale, previsto per il 20 dicembre. Albert Camille Vital,
indipendente, ex premier malgascio dal 2009 al 2011, e Roindefo Zafitsimivalo
Monja del partito Madagascar per i Malgasci, parteggiano ad esempio per il
presidente Rajoelina, mentre Fetison Andrianirina Rakoto e Andriamparany
Benjamin Radavidson sono entrambi due ex ministri di Ravalomanana nonché suoi
alleati.
•
• Chiunque si aggiudicherà la partita
dovrà fare i conti con il risanamento economico di un Paese estremamente
povero, che dopo la crisi del 2009 ha visto interrotti tutti gli aiuti
internazionali da cui dipendeva buon parte del suo sostentamento (quasi la metà
del budget nazionale) e in cui, secondo dati della Banca Mondiale, oltre il 92%
della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno
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