sabato 7 marzo 2015

Aepyornis, l’uccello-elefante

Anche ai giorni nostri il Madagascar è una terra ricca di misteri e forme di vita uniche: distaccatasi dall’Africa milioni di anni fa questa grande isola è un altro di quei luoghi dove piante ed animali hanno seguito percorsi evolutivi a dir poco particolari, favoriti dall’isolamento geografico. Eppure, purtroppo, alcune delle specie animali più fantastiche vissute in Madagascar sono scomparse poco prima che disponessimo dei mezzi e delle conoscenze per studiarne e salvaguardarne la sopravvivenza, come il maestoso Apiornis, estintosi circa un migliaio di anni fa, una vera inezia in termini geologici.
Abbiamo già parlato in passato di grandi uccelli non volatori ma l’Apiornis era speciale anche in quell’ambito, essendo probabilmente il più grande uccello mai esistito, cosa che gli ha fatto guadagnare il nomigliolo di “uccello-elefante”. Alto la bellezza di tre metri, e dal peso di almeno mezza tonnellata, questo animale in vita doveva somigliare ad una versione “XXL” di un emu o di un casuario, ed era imparentanto alla lontana con loro e con gli struzzi: il ritrovamento di diverse varietà di uccelli non-volatori analoghi in Oceania e nel sud-est asiatico ha portato alcuni paleontologi ad ipotizzare che si tratti di una famiglia di animali molto antica, risalente persino alla fine dell’epoca dei dinosari, quando ancora tutti quei territori facevano parte del grande continente meridionale noto come Gondwana. E’ però altrettanto possibile che si tratti di un altro esempio di evoluzione convergente.

Tassonomia a parte, sorge spontaneo chiedersi perché questi animali avessero finito per diventare tanto grandi, a rinunciando alla capacità di volare per riuscirci. Uno dei vantaggi più ovvi, naturalmente era il ridotto numero di predatori: salvo alcune specie di coccodrillo, non c’era nulla in Madagascar di abbastanza grosso da poter minacciare un Apiornis adulto, che fosse da solo o in gruppo, poi c’erano tutti i vari vantaggi legati alla ricerca del cibo che hanno spinto anche vari rettili e mammiferi nel corso della storia del nostro mondo a diventare enormi: a differenza degli “Uccelli del terrore” che vagavano per l’Europa e le americhe Apiornis era infatti prevalentemente vegetariano, sebbene non si può escludere la possibiliàt che integrasse la sua dieta anche con insetti e piccoli vertebrati.
L’estinzione dell'”uccello-elefante”, come già accennato, è avvenuta in tempi storici: la popolazione ha subito un crollo drastico dopo la colonizzazione umana del Madagascar, in seguito alla caccia intensiva sia degli esemplari adulti che delle gigantesche uova che la specie deponeva, forse le più grandi uova dal guscio duro mai scoperte, arrivando a superare in dimensioni e spessore del guscio persino quelle dei dinosauri erbivori più grandi. Piccole popolazioni di Apiornis potrebbero tuttavia essere sopravvissute più a lungo, e l’estinzione completa della specie è avvenuta molto probabilmente attorno al 1700-1800, e molti avvistamenti di creature leggendarie come Grifoni e Roc potrebbero essere imputabili in realtà ad fugaci incontri fra l’uomo e questi enormi uccelli. Persino Marco Polo nel Milione cita alcune dicerie di persone che hanno viaggiato fino al Madagascar e che sostenevano che sull’isola vivessero uccelli talmente grandi da poter trasportare fra le loro zampe elefanti adulti… anche se si tratterebbe di ovvie esagerazioni. Ma con almeno un fondo di verità.
Scritto da Andrea Maraldi
Tag: Aepyornis, Gondwana http://gaianews.it/
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