Tra gli alberi dragoni di Maromizha
Sono davvero
poche le immagini di Aye-aye in natura, avvistarne un esemplare è una cosa
molto difficile perché si tratta di animali notturni e spesso solitari”
A darne certezza ai
ricercatori in campo, le foto in bianco e nero scattate dalle fotocellule delle camere trap posizionate fra i cespugli di questa
porzione centro-orientale di foresta.
“Sono davvero poche le immagini di Aye-aye in
natura, avvistarne un esemplare è una cosa molto difficile perché si tratta di
animali notturni e spesso solitari” - dichiara Caterina Spezio, Responsabile del Dipartimento
Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo, una delle
strutture UIZA che partecipa al progetto Volohasy-Bambù. “Normalmente si trovano solo delle tracce come le tipiche
incisioni/buchi sul legno che fanno con il loro dito medio, lungo scheletrico e
ricurvo. Difficile poi è calcolarne la densità poiché un solo individuo fa
diversi e molteplici buchi. Questo avvistamento fatto con la camera trap ci
porta a poter essere certi della presenza dell’Aye-aye in quella porzione di
foresta”.
Il monitoraggio di questo
piccolo animale, che ricorda il personaggio spielbergiano ET a causa del suo
dito medio lungo e scheletrico e che è annoverato come Endangered nella
lista rossa della IUCN, rientra nell’ ambito del progetto Volohasi- Bambù
avviato lo scorso aprile dall’Università di Torino e dall’Unione Italiana
Giardini Zoologici e Acquari (UIZA). L’ obiettivo è ambizioso: combattere
la perdita di habitat forestale in Madagascar, fenomeno che rappresenta la
prima causa di estinzione delle specie, in particolar modo di lemuri. Si sta
lavorando per affiancare ad un’ampia azione di riforestazione delle zone degradate
della foresta, una più specializzata opera di habitat restoration focalizzata
su specie vegetali appartenenti alla famiglia del bambù, risorsa fondamentale
per la specie Hapalemur griseus eProlemur simus.
Negli ultimi 150 anni,
infatti, la comunità scientifica ha assistito a una rilevante perdita degli
ecosistemi forestali a causa di pratiche d’agricoltura slash and burn-taglia e brucia (tavy)e del taglio illegale di legname per la produzione di
materiale da costruzione.
Il Daubentonia madagascariensis (specie scoperta per la prima volta dallo zoologo
tedesco Schreiber nel 1775), più conosciuto con il nome di Aye-aye, ha una
caratteristica molto particolare che gli consente di procacciarsi il cibo: il
dito medio lungo e scheletrico che ricorda quelle di ET, il piccolo
mostriciattolo di Spielberg!
Appartiene all’ordine dei Primati ed è una
proscimmia della famiglia Daubentoniidae. Ha un corpo lungo fino a 80-90
cm con tutta la coda che può misurare da sola fino a 40-50 cm e un peso intorno
ai 2,50 kg.
Di giorno riposa appollaiato dentro a tane che si
fabbrica all’interno dei tronchi degli alberi. Esce poco prima del tramonto
alla ricerca di cibo e rientra nella sua tana prima che faccia giorno. E’ un
animale onnivoro che si ciba di vermi, insetti e larve ed erba. Oltre al
caratteristico dito medio Aye-aye ha delle peculiarità anatomiche che lo
distinguono dagli altri lemuri: ha incisivi in continua crescita (che hanno
portato a pensare per tempo che si trattasse di un roditore) e delle grandi
orecchie per sentire le larve e gli insetti nascosti nel legno!
Nella cultura popolare è considerato come portatore
di sciagure e sventura. Secondo gli indigeni rappresenta il messaggio del
diavolo.
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