martedì 13 maggio 2014

A PESCA IN MADAGASCAR

Difficile raccogliere le idee e raccontare quello che sono state le innumerevoli emozioni vissute da me e i miei compagni nel pescare le acque del Madagascar.
Tazar – o Spanish Mackarel – pescato nelle acque del Madagascar   


Facendo fede al mio stile sintetico cercherò – al meglio delle mie capacità – di raccontarvi questa incredibile esperienza.
Mettendo insieme i pezzi ho deciso che questo racconto verrà diviso in 3 diversi articoli : uno di racconto, uno di video ed un intervista finale
Cominciamo
Milano, quartiere Isola.
Era una cupa Domenica di metà Gennaio, suona il telefono.
E’ il mio amico toscano, anzi Aretino, Tommaso – compagno di pesca da una vita.
Con l’entusiasmo che lo contraddistingue mi dice che sta organizzando una battuta di pesca in Madagascar, dal 22 al 30 Aprile, 4 pescatori, solo popping e jigging, niente lodge si sta solo in barca e si pesca tutto il giorno.
Poi aggiunge ‘però devi decidere adesso’.
Respiro e dico ok.                              
Milano, 22 Aprile, Aereoporto di Malpensa
Finalmente abbraccio i miei compagni di pesca :
Tommaso :
Amicizia antica nata sul moletto del mare. Cacciatore super top. Pescatore appassionato.
Alessandro :
Amico fraterno di Tommaso, Aretino anche lui. Ho pescato con lui in Corsica, raramente ho trovato persone con entusiasmo più grande.
Maurizio :
Anche lui aretino. Pescatore letale, esperto ed elegante. Ha pescato in giro per tutto il mondo
Sistemiamo i tubi delle canne, controlliamo il tutto
Pacche sulle spalle e si parte .......Madagascar
Il volo passa in fretta – partiamo alle 22.30 in perfetto orario e io dopo 1 oretta di chiacchiere mi addormento e mi sveglio mezz’ora prima dell’atteraggio a Nosy Be.
Scesi dall’aereo veniamo travolti dal caldo e dal sole del Madagascar – ci infiliamo in aeroporto, sistemiamo le faccende burocratiche e troviamo subito il capitano della spedizione, il mitico John Peluffo, fuori dall’aeroporto pronto a portarci all’imbarco.
Da sx Maurizio, Alessandro, Io e Tommaso  
Dopo mezz’ora di strade sterrate arriviamo in una baia meravigliosa dove ci aspetta il “blue marlin” – uno splendido catamarano da pesca.
Primo incontro con il Blue Marlin, magnifico catamarano da pesca in Madagascar

Velocemente sfiliamo i vestiti italiani, infiliamo il costume da bagno ( per poi non togliercelo più fino al ritorno in Italia ), portiamo le valige a bordo e via : comincia l’avventura.

La prima tappa è il calypso : la barca madre sulla quale dormiremo e mangeremo.
Per i prossimi giorni ci sposteremo pescando le acque a Nord del Madagascar, e lentamente a terra il calypso ci seguirà lungocosta per avere sempre una base non troppo distante per fare ritorno e riposarci.
Nella Blue Marlin siamo in 7 : noi 4 pescatori, 2 membri di equipaggio Baba ( che in Malgascio significa Nonno ) – che ci prepara un ottimo caffè e ci aiuta nelle operazioni di preparazione dell’attrezzatura e Thierry che assiste le operazioni di pesca.
Nel tragitto che ci porta al Calypso ovviamente ci fermiamo su una mangianza di bonito e subito colpiamo : metal jig recuperato rapido su una mangianza ed è subito strike.
Facciamo anche a tempo a fermarci in qualche spot da jigging e subito escono le prime prede : Carangidi, Rusty, Cernie.


Ma senza insistere troppo nella pesca – per quella ci sarà tempo – raggiungiamo finalmente il calypso.


Ovviamente siamo super eccitati.
tipo bambini l’ultimo giorno di scuola.
Tempestiamo john di domande:
“Ci sono pesci?”
“Conviene pescare più così o cosà?”
“Prendiamo tanti o tantissimi pesci?”
“Peschiamo dall’alba al tramonto oppure sempre?”
John – sogghigna.
John risponde “vediamo, qualche pesce lo prendiamo 
Sicuramente
Beh.
Non vi farò un report giorno per giorno – troppo complicato.
Vi racconterò una giornata tipo e vi anticipo un dato.
“qualche pesce?”
4 pescatori, 5 giorni di pesca , allamati circa 300 pesci tra i 2 e i 15 kili.
Tecniche 90% vertical, 10% spinning.
This is Madagascar.
Dicevo giornata tipo ?
Sveglia alle 6
Prima colazione, caffè, pane burro e marmellata, succhi di frutta.
Partenza alle 7
Dopocena chiacchiere, aneddoti di John e a letto presto
ecco – ripetete questo per 5 giorni.
Nelle trasferte da uno spot all’altro non è mancato
fermarsi in posti meravigliosi a fare il bagno
I Big ci sono eccome, è difficile selezionarli – ma quando arriva il momento ci vuole tutto: esperienza, sangue freddo, un attrezzatura al top e come sempre un po’ di culo.
I giorni sono volati, abbiamo pescato non solo una quantità di pesce importante ( rilasciandone naturalmente il 90% ) – ma anche una varietà pazzesca : rainbow runner, yellofin tuna, bluefin tuna, dogtooth tuna, wahoo, tazard, barracuda, crocrodile fish, almeno 10 tipi di carangidi diversi, cernie di tutti i tipi, snappers e molti altri.
Al ritorno ci siamo fermati una notte a terra per arrivare comodi all’areoporto ( il volo era alle 8 del mattino ).
Un ultima cena come si deve – ancora racconti e risate, e poi tutti a letto.
Tornando i pensieri e le sensazioni si mischiavano – cercando di capire quello che avevamo appena vissuto.
Tornerò a trovare John, il blue marlin, e quella cernia che ora sarà nel suo sasso ad aspettare il mio incauto Jig.
Ma come anticipato non è tutto.

Sicuramente

Nel prossimo un paio di video vi racconteranno in modo spettacolare qualche altro dettaglio della vacanza.
Rock’n'Rod
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Spiagge paradisiache e natura rigogliosa, questo è il Madagascar. Ma c’è molto di più.

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