ATTI CONCRETI PER GLI ITALIANI
ALL’ESTERO: I DEPUTATI PD SCRIVONO AL VICE MINISTRO ARCHI
"Egregio
Vice Ministro, On. Archi, poiché durante l'audizione svoltasi nel
Comitato per gli Italiani nel mondo della Commissione Affari Esteri della
Camera non è stato possibile completare gli interventi, Le inviamo, certi della
Sua disponibilità e della Sua attenzione, alcune nostre riflessioni che
riteniamo utili in questo passaggio politico".
Inizia
così la lettera che di deputati Pd eletti all’estero, Marco Fedi,
Gianni Farina, Francesca La Marca, Laura Garavini e Fabio Porta, hanno
inviato al Vice Ministro Archi, per riassumere tutte le questioni
aperte in materia di politica per gli italiani nel mondo. Di seguito il testo
integrale della lettera.
"Della
Sua relazione ci permettiamo di fare una lettura critica che riteniamo non
debba mai venir meno neanche quando forze, storicamente diverse, concorrano a
sostenere un governo di larghe intese, come il Governo Letta. Una sana
dialettica, sempre utile anche quando sia interna a una maggioranza, è ancora
più importante se c’è il rischio di avere un'unanime desistenza rispetto ai
temi più urgenti per il Paese e per gli italiani nel mondo.
La prima
questione che intendiamo porLe riguarda le deleghe. L'eccessiva
frammentazione delle responsabilità in un Ministero come gli Esteri, già
fortemente diviso tra centri di spesa e Direzioni generali, complica le
sinergie che sarebbe opportuno realizzare.
Le Sue
deleghe sono importanti ma l’attribuzione della responsabilità della rete
consolare ad un altro esponente di governo e quella della rete degli istituti
di cultura e delle scuole italiane all’estero ad un altro ancora, non aiuta di
certo, anzi ostacola, la necessaria azione di coordinamento che Le chiederemmo
di svolgere. Tale coordinamento è necessario anche per evitare che un
autorevole esponente di Governo, quale Ella è, si trovi nella condizione di
proporre al Parlamento e alle comunità italiane nel mondo un semplice elenco di
cose da fare, una wish list, che riassume istanze che provengono addirittura
dalla storia dell'emigrazione e del lavoro del CGIE, senza che emergano però
proposte concrete e scadenze di riforma.
Ecco, se
in questa fase di larghe intese si ponessero le condizioni per una serie di
riforme riguardanti la scuola e la cultura, la tutela sociale, la
rappresentanza, la rete consolare e i servizi per i cittadini, riusciremmo
anche all'estero a dare il senso dell’utilità di un’alleanza tra oppositori del
passato.
Nella Sua
pur ampia relazione non si parla mai di coordinamento né di azione
riformatrice. Potrebbe apparire addirittura paradossale che si parli, come Lei
giustamente fa, di mantenimento della Circoscrizione estero e di inversione
dell’opzione nel voto per corrispondenza, quando il Ministero degli Affari
Esteri non ha avanzato una chiara posizione a favore dell'inversione
dell'opzione, e lavora ad un progetto di voto elettronico, tra l'altro ancora
non conosciuto nei dettagli. Il Ministero dell’Interno, a sua volta, in più di
un’occasione, si è pronunciato contro il voto per corrispondenza. Le
chiediamo, quindi, non solo di assolvere alle Sue deleghe, ma anche di svolgere
un’incisiva azione di coordinamento sui temi più generali.
Venendo
alla spending review, dobbiamo constatare come essa sia stata
ampiamente disattesa. Siamo oggi in una situazione in cui la Farnesina non
riesce a garantire la propria rete diplomatico-consolare nel mondo. Questo
significa non assicurare servizi alle imprese e non garantire servizi ai
cittadini italiani, non solo a coloro che dimorano all’estero da molti anni ma
anche a quelli che, più di recente, si muovono nelle dimensione globale.
Adelaide,
Brisbane, Newark, Tolosa, Sion, Wettingen, Neuchatel, Mons, e altre città
europee nell’elenco delle chiusure - come Losanna e Coira, ingiustamente
penalizzate dalle ultime chiusure, per le quali dobbiamo trovare soluzioni -
sono meta di imprese, di rapporti commerciali importanti, sono strumenti di
quella promozione dell'Italia nel mondo di cui la Farnesina vuole rendersi
protagonista.
Restano
quindi aperti, Signor Vice Ministro, quesiti ineludibili: in che modo garantire
i servizi ai connazionali nel mondo? In che modo sostenere la nuova presenza
italiana di ricercatori, giovani, nuovi migranti in ambito internazionale? Si
può essere presenti camminando nel vuoto? E se non si vuole il vuoto, quali
servizi alternativi realizzare? È possibile che per rinnovare un passaporto
occorra fare 725 chilometri, da Adelaide a Melbourne?
Non
possiamo poi tralasciare la promozione e la diffusione della nostra lingua
e cultura nel mondo. Da troppi anni questo settore attende una seria
riforma. Il CGIE, con un suo documento di proposta, ha delineato alcune
coordinate di riforma. Ci sembra indispensabile procedere su questa base a un
utile approfondimento.
Analogamente,
il tema dell'informazione radiotelevisiva e stampata richiede un
impegno del Governo sui nuovi criteri da adottare per la concessione dei
contributi, di cui Lei non ha parlato, e un'azione propositiva per dare nuova
energia a Rai Italia.
Per
il museo dell’emigrazione, inoltre, noi puntiamo francamente a un
progetto più ambizioso: a una rete museale delle migrazioni, a un centro di
cultura per la storia comune dei popoli migranti, di cui l’emigrazione italiana
nel mondo sia parte essenziale ma non esclusiva, affinché continui a essere un
fermento attivo e non un luogo in cui sia staticamente conservata la memoria
della nostra vicenda storica.
Nella Sua
relazione, inoltre, non si fa alcun riferimento all'IMU, alla necessità
che la riforma in discussione tenga conto anche delle istanze degli italiani
nel mondo per le quali Le chiediamo un energico intervento.
La proiezione
del nostro Paese nel mondo, infine, ha bisogno di una strategia complessiva
che deve essere resa più chiara e più sinergica anche per quanto riguarda
l’azione delle strutture che agiscono in questo campo, come le Camere di
Commercio, l’ICE e i vari altri sportelli. Intere aree del pianeta, a partire
dall'Asia-Pacifico, continuano a essere sottovalutate come aree di sviluppo e
di crescita nell'interscambio economico e negli investimenti.
Siamo
certi, Signor Vice Ministro, che Ella vorrà considerare questo nostro messaggio
come uno stimolo costruttivo e una sollecitazione a cogliere l’opportunità di
una così ampia maggioranza di Governo. Confidiamo, dunque, nel Suo impegno e
soprattutto nella realizzazione di atti concreti che diano agli italiani nel
mondo il senso di un cambiamento di passo nell’azione di governo.
Gradisca i
nostri più cordiali saluti e auguri di buon lavoro". (aise)
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