venerdì 19 aprile 2013

Belli e buoni, il mercato premia i cosmetici solidali


Progetti per il lavoro femminile e locale e rispetto ambiente

Il mercato premia la beneficenza in ambito cosmetico. I programmi di solidarietà da parte delle grandi aziende vertono sempre di più sulla valorizzazione delle comunità locali, dove vengono prodotti molti degli ingredienti utilizzati nelle formulazioni. Riguardano sia la natura, sia le popolazioni, per esempio, con l'acquisto delle materie prime a prezzi solidali e il coinvolgimento nella catena produttiva degli abitanti. Si può quasi parlare di cosmetici con un eco incentivo, una forma anche di tutela per i consumatori che in questo modo possono controllare direttamente la filiera. Tutti elementi che premiano il fatturato delle aziende ecologicamente corrette. "E' una sorta di 'adesione emotiva' - dice Alfonso Emanuele De Leon, brand manager in Italia per Aveda, un marchio storico nella cosmetica green che ha aiutato in Amazonia la tribù degli Yawanawa (da cui l'azienda si rifornisce di uriku, che usa poi per realizzare i rossetti) nella costruzione di una scuola e di un dispensario - Una ricerca dell'anno scorso ha evidenziato che l'attenzione è sempre più focalizzata sui prodotti di origine naturale e sui brand che operano con una responsabilità sociale. Quasi il 20% dei nostri consumatori condivide Aveda per la sua filosofia e la sua mission e il trend conferma che possiamo migliorare il mondo facendo business in modo sostenibile". Come se entrando in profumeria si volesse condividere anche una filosofia, un approccio al consumo. Lo zenzero blu e il katafray del Madagascar, la rosa damascena dell'Afghanistan, il burro di karité del Burkina Faso: intervenendo dove si approvigionano, le aziende possono agire nel modo più concreto. Chanel, utilizzando lo zenzero blu nei suoi prodotti, ha finanziato con l'Ong franco-malgascia L'Homme e l'Environnement il progetto Vohimana: contribuisce alla scolarizzazione dei bambini locali e impiega la popolazione nella raccolta e nella lavorazione dello zenzero, che sta diventando una fonte di reddito in alternativa a una tradizione devastante, quella di incendiare le foreste per ottenere terreno fertile. Ancora in Madagascar, l'estratto di corteccia di katafray, dalle caratteristiche idratanti, che viene mandato in Francia nei laboratori Clarins, rilancia l'economia della zona: il 5% del prezzo di vendita viene girato ai partner locali per il finanziamento di progetti di interesse collettivo. In Afghanistan Dr. Hauschka, uno dei nomi più prestigiosi della cosmetica bio, dal 2004 lega si spende per il progetto Rose per Nangarhar. L'obiettivo è quello di creare un'alternativa concreta alla coltivazione di oppio nel paese ( proviene da qui l'80% delle forniture di eroina nel mondo) incentivando la lavorazione della rosa damascena, presente in molti prodotti dell'azienda tedesca. L'emancipazione femminile è lo scopo principale della Fondazione L'Occitane, creata dal marchio francese per seguire una serie di progetti solidali, di cui molti in Burkina Faso. Degli oltre quattro milioni di euro investiti dalla Fondazione negli ultimi cinque anni, il 46% è stato utilizzato per l'alfabetizzazione e la formazione professionale delle donne che custodiscono il segreto della lavorazione tradizionale del burro di karité, uno degli ingredienti più frequenti nei cosmetici di L'Occitane.
Fonte: Ansa
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