La Corte elettorale speciale (CES) ha
finalmente sancito la vittoria di Hery Rajaonarimampianina, il
candidato che gli avversari dicono essere manovrato dall'ex Presidente del
governo di transizione Andry Rajoelina.
Il CES ha smentito le accuse di brogli, negando
un nuovo spoglio richiesto da Jean-Louis Robinson, uscito sconfitto dal secondo turno, tenutosi lo scorso
dicembre. Questa decisione ha riacceso la speranza di un ritorno alla pace e di
un futuro democratico.
Secondo i conteggi riportati dal Madagascar Tribune , Rajaonarimampianina avrebbe
conquistato appena il 25 per cento dei voti totali.
Sono comunque in molti a interrogarsi
sulla trasparenza del voto, atteso con trepidazione per ben quattro anni, e sul
significato dei risultati per il futuro del Paese.
Le irregolarità rilevate nel giorno delle
elezioni, e documentate tramite Andrimaso e Zahavato (due sistemi di monitoraggio gestiti
dai cittadini), non sono state ritenute sufficienti per invalidarne i
risultati.
Rimangono comunque in ballo questioni
preoccupanti, che risalgono al periodo pre-elettorale, e precisamente
l'esclusione dalla lista dei candidati del Presidente deposto Marc
Ravalomanana, di sua moglie Lalao Ravalomanana, dell'ex presidente Didier
Ratsiraka nonché dell'artefice del golpe del 2009 Andry Rajoelina.
Didier Ratsiraka e Lalao Ravalomanana
sono stati esclusi sulla base della residenza,
trovandosi in esilio rispettivamente in Francia e Sud Africa, senza alcuna
possibilità di rientrare nel Paese.
Andry Rajoelina ha rinunciato alla
propria candidatura all'ultimo minuto. Sul sito dell' ONG Verified Voting si legge:
«Il tribunale ha stabilito che né
Ravalomanana né Ratsiraka possiedono i requisiti di residenza fisica per la
candidatura. Ravalomanana vive in esilio in Sud Africa, mentre Ratsiraka non è
mai rientrato in via permanente nell'isola dopo essere fuggito in Francia nel
2002.
Sempre secondo il tribunale, Rajoelina
non avrebbe registrato la propria candidatura entro il periodo stabilito. In
gennaio aveva dichiarato di non volersi candidare, per ripensarci a maggio per
contrapporsi alla candidatura di Lalao Ravalomanana che 'era da considerarsi
equivalente a quella del marito'.
La Comunità di sviluppo dell'Africa
meridionale, aveva chiesto che sia Ravalomanana che Rajoelina rinunciassero
alla candidatura per il bene del Paese. Il primo si è ritirato a dicembre, e
altri cinque candidati sono stati rimossi dalla lista».
A novembre inoltre è stata passata una
legge che consentiva a Andry Rajoelina di appoggiare la campagna di Hery
Rajaonarimampianina, eliminando l'obbligo per gli ex presidenti di mantenersi
neutrali. Un blogger malgascio avanza l'ipotesi che Rajoelina abbia anche influenzato la scelta dei candidati alle
parlamentari tenutesi in contemporanea con le presidenziali:
«È il candidato virtuale e onnipotente di
queste elezioni, la sua ombra si allunga sia sulle presidenziali che sulle
parlamentari. Parlo ovviamente di Rajoelina, che ha sostenuto
Rajaonarimampianina durante il secondo turno delle presidenziali, per poi
sfornare anche 117 candidati per le parlamentari. No, non sta violando la legge
perché l'ha cambiata per l'ennesima volta a suo favore. È grazie a questa che
Andry Rajoelina può accompagnare i candidati in giro e comparire sui materiali
delle campagne. Si è liberato dal dovere di neutralità e dall'obbligo di
discrezionalità indicato dalla Road
Map concordata».
Vi sono poi alcuni segnali che Andry
Rajoelina possa tentare la scalata a Primo Ministro, un po' come ha fatto
Vladimir Putin durante l'amministrazione Medvedev, una mossa che renderebbe
prematura la dichiarazione che il Madagascar sta tornando sulla strada della
democrazia, come spiega un articolo di Tsimok'i Gasikara .
Non sono poi altri eventi strani. A
cominciare dall'inspiegabile aggiunta, tra il primo e il secondo turno, di
140.000 elettori alla lista elettorale. Sorge quindi spontanea la domanda, a
quanti elettori sono stati invece negato il diritto al voto?
Altro problema sono state le origini
torbide dei fondi elettorali. La legge non regola i finanziamenti per la
campagna, e il denaro è piovuto da ogni parte. Per comprendere l'assurdità, c'è
da sottolineare che oltre il 90 per cento della popolazione del Madagascar
sopravvive con meno di due dollari al giorno – mentre voci sostengono che
Rajaonarimampianina abbia speso
43 milioni dollari.
Notoriamente, un altro candidato, Camille
Vital, ha visto bloccare al porto di Toamasina ben 350 SUV che gli erano state
regalate. Dopo le elezioni, a Vital, ex primo ministro di Rajoelina, che ha
appoggiato Robinson al secondo turno, è stato vietato di lasciare il
Madagascar. Ancora una volta, un altro segno preoccupante che la democrazia non
è pienamente arrivata nel Paese, come dettaglia la testata online Malango. E un'analisi
di All Africa sintetizza così la frustrazione dei cittadini:
«La gente potrebbe anche essere stanca
delle interminabili dispute politiche. A conferma di ciò, e della disillusione
del popolo verso l'attuale leadership, è la bassa affluenza registrata alle
urne durante le elezioni di dicembre, poco più del 50%.
Paul-Simon Handy, capo della Divisione
sulla Prevenzione dei Conflitti e Analisi di Rischio, spiega che la scarsa
partecipazione elettorale al secondo turno ricorda un fenomeno accaduto anche
in altri Paesi dove l'elettorato era stanco delle lunghe diatribe
politiche.
'Per quanto i cittadini vogliano un
governo legittimo, ne hanno abbastanza delle controversie politiche e vedono
gli attuali candidati come il riciclo della solita stessa élite
politica'».
Intanto il giorno dopo la proclamazione
ufficiale dei risultati, Robinson ha subito invitato i cittadini alle
proteste:
Robinson invita a una grande manifestazione domani a Magro! E vuole
confronto sui risultati. tutti
gli occhi sono insomma puntati su Rajaonarimampianina per vedere se, e come,
intende onorare la sua promessa elettorale di ripristinare la stabilità,
lavorando insieme al popolo per risollevare il Paese e farlo uscire dalla
povertà.
http://www.lastampa.it/ TRADUZIONI DI E. INTRA E S. GLIEDMAN
Hery Rajaonarimampianina copia il discorso
inaugurale da Nicolas Sarkozy
Il presidente del Madagascar come Sarkozy. Hery
Rajaonarimampianina, da qualche
giorno ufficialmente alla guida del suo paese (dopo le accuse
di brogli alle urne), ha tenuto il suo discorso inaugurale. Un discorso che non
sembra abbia scritto di suo pugno, ma che piuttosto "ricalca"
eccessivamente parole usate da Nicolas Sarkozy. Non a caso la Gazette de la
Grande Île ha titolato: "Sarkozy copiato e saccheggiato"
In particolare il passaggio finito nel mirino è quello in cui
il presidente del Madagascar richiama alla riconciliazione nazionale dopo
cinque anni in cui il paese è stato devastato dalle rivalità politiche. Ha
detto: "Chiedo agli amici che mi hanno accompagnato di lasciarmi libero,
libero di andare verso l'altro che non è mai stato mio amico né è stato dalla
nostra parte del campo, perché dove c'è il Madagascar c'è più campo". Nicolas Sarkozy aveva detto esattamente la stessa
cosa nel febbraio 2007. Rajaonarimampianina si è solo curato di
sostituire la parola "Francia" con "Madagascar" .
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