giovedì 20 settembre 2012

Barbara Bini, ex titolare di un avviato Studio Professionale di Consulenza del Lavoro a Milano.


Perché hai lasciato l’Italia per il Madagascar

Me lo sto ancora chiedendo. Non c’è stato un unico motivo, ma una serie di motivi. La prima volta che sono stata in vacanza, a Nosy Be, per una settimana di immersioni con Luca, il mio compagno,  ero rimasta un po’ perplessa, le immersioni non erano state eccezionali, avevo avuto un problema di salute che mi faceva stare un po’ in tensione e l’aspetto “fatiscente” dei villaggi mi  metteva a disagio, mi sentivo un’intrusa.
La natura però mi aveva subito colpito e negli ultimi giorni di vacanza avevo cominciato a rilassarmi e a percepire la bellezza che mi circondava.
Luca invece era rimasto entusiasta e durante il volo di rientro in Italia mi aveva annunciato che prima o poi saremmo venuti a vivere in Madagascar.
Ricordo di aver pensato: HEI !!!............., andiamoci piano, per una vacanza si può ancora fare, ma addirittura viverci !!!

Al rientro in Italia
Dopo quella vacanza, quando sono rientrata in Italia, ho cominciato a vedere il “mio” mondo con occhi diversi. Tutto mi sembrava inutile e finto, tutto basato sull’apparenza, i ritmi di lavoro assurdi, il cibo senza sapore, l’assenza completa di colori…. Era come se vedessi la mia vita da fuori, dall’alto, dal punto di vista di un’altra persona e ho cominciato a farmi delle domande.
Quello che mi ha “fregato” è stato lasciare la porta aperta alla possibilità di cambiare vita, pur non avendoci mai pensato prima. Non sono mai stata una di quelle persone che vogliono scappare su un’isola deserta. Per me la città era la normalità… Avevo fatto tanti bei viaggi, anche in paesi molto poveri, ma mai avevo avuto una reazione emotiva che avesse scosso le mie sicurezze in questo modo. Se tornavo da un paese povero, in cui mi ero magari lavata per dieci giorni con un secchio d'acqua e avevo fatto i miei bisogni in un buco nel terreno, come in Nepal, quando rientravo in Italia, apprezzavo ancora di più la comodità del mio bel bagno pulito e accogliente; il viaggio mi serviva per  apprezzare quello che avevo o forse per sopportare quello che inconsciamente mi mancava. Non so se tutto ciò sia capitato perché ero nel momento giusto della mia vita o perché il Madagascar ha dei poteri particolari (io sostengo che sia una terra magica), sta di fatto che dopo aver scoperto il Madagascar non sono più stata la stessa. Tutto ha cominciato a darmi fastidio, ero insofferente, cominciavo a sospettare che il mio “spirito” fosse stato concepito per una vita diversa da quella in cui mi ritrovavo.

Il mare
La mia passione per la subacquea occupava sempre di più i miei pensieri e la mia mente, da subacquea ricreativa quale ero, sono diventata guida subacquea, dando una mano in un diving di amici nel tempo libero per fare esperienza, poi ho preso il brevetto di istruttrice PADI, per essere pronta, nel caso in cui passasse il mio treno. Stavo già pensando in modo diverso.... a dire: perché no?

Lo Squalo Balena
Luca dal canto suo, lavorava di persuasione, da sempre convinto che quello fosse il nostro destino, e soprattutto convinto che Nosy Be non fosse solo quello che avevamo visto in quella misera settimana. Siamo quindi tornati una o due volte a Nosy Be, per periodi più lunghi, finché, nel novembre 2005, ho incontrato, per la prima volta, lo SQUALO BALENA e da quel momento ho capito che avrei voluto fare un lavoro che mi permettesse di stare a contatto il più possibile con creature così meravigliose.
Nei tre anni successivi al mio primo incontro con il Madagascar, ho “preparato” la mia famiglia, ho cominciato ad organizzarmi in vista dell’idea di chiudere la mia attività professionale, e ho atteso pazientemente il mio treno per il Madagascar:  ed è arrivato!
 Mi piace pensare che, quando desideri fortemente qualcosa, l’universo congiura per fartela ottenere…

L’inizio della tua attività
Dopo i nostri viaggi “turistici” a Nosy Be siamo rimasti in contatto con i titolari del diving con cui facevamo le immersioni a Nosy Be, facendo loro presente che eravamo interessati a trasferirci, e ad investire in un diving. Uno dei soci ha avuto la richiesta da parte del Corail Noir Hotel di aprire un diving interno alla struttura e ci ha mandato una e-mail per sapere se eravamo ancora interessati. Il classico “fischio” e noi siamo arrivati di corsa.

Il nuovo mondo
Psicologicamente non ho avuto problemi ad ambientarmi, la gente è disponibile e aperta a tutte le stranezze di noi "wasa", ma soprattutto mi sono resa conto che abbiamo bisogno di molto meno di quello che pensiamo. Quando vivevo a Milano il sabato mattina scattava lo "shopping compulsivo" e buttavo via montagne di soldi solo per cercare di riempire i miei vuoti. Da quando sono a Nosy Be, mi compro al massimo un cestino di rafia al mercato (200o ariary, meno di un euro) o un pareo e sono felice.... Uno dei miei timori, nel cambio di vita, era proprio il passare da una grande città, ricca di stimoli, di opportunità, di comodità... al nulla. Ora, riflettendo sulla incredibile naturalezza con cui mi sono adattata a questo nuovo mondo, credo che il nulla che vedevo era la mancanza di cose inutili. Qui, in realtà, se si hanno gli occhi per guardare, c'è una ricchezza inestimabile per l'anima.

L’adattamento
Il corpo invece ci ha messo un po’ di più…. Per il primo anno da quando mi sono trasferita in Madagascar, nel 2006, ho sofferto di otite, di tosse cronica, di nausea per mesi e mesi. Tutto sommato avevo passato praticamente tutta la mia vita a Milano al chiuso, in casa o in un ufficio, e cambiare radicalmente abitudini e ritrovarsi improvvisamente sotto il sole, all’aria aperta tutto il giorno e a contatto con l’acqua credo che abbia un po’ messo a dura prova il mio organismo. Poi, come d’incanto, è come se il mio organismo avesse “registrato” il nuovo ambiente, e da quel momento, non ho più avuto nulla.

 Il  lavoro
La parte che preferisco è il contatto con il mare e la natura. Tecnicamente ad una guida subacquea è richiesto di portare subacquei brevettati in zone particolarmente affascinanti per ammirare il fondale e le creature marine. Fare questo lavoro qui a Nosy Be è inimmaginabile, ti dà una grande soddisfazione. Certo, come ovunque il mare è imprevedibile: a volte ti da tutto,  altre volte ti lascia frustrato. Ma a Nosy Be, poiché il ciclo delle stagioni comporta variazioni della temperatura dell'acqua soltanto di 7 gradi (da 24 in inverno a 31 in estate) la vita marina è sempre diversa, gli incontri cambiano in base alla stagione e non c'è modo di annoiarsi. L'entusiasmo di una guida subacquea è contagioso e devo dire che il mio naturale entusiasmo è supportato dalla incredibile ricchezza di questi mari. Oltretutto, pur non essendo biologa, sono per natura curiosa, e amo capire e studiare, quindi ogni giorno per me è un arricchimento che poi cerco di trasmettere a chi si immerge con noi. Vivere emozioni uniche e poterle rievocare è il massimo che si possa desiderare, e qui arriviamo alla seconda mia passione, cioè fare foto e video subacquei. Così, chi torna a casa dopo una settimana di immersioni, può rivivere i momenti che ha vissuto. Fare questo lavoro con passione credo sia importante,  sia per la propria attività che  per questo paese. Il Madagascar, a livello di subacqueo, è ancora tutto da scoprire, non ha tradizione, non ha un nome famoso, come le Maldive o il Mar Rosso, quindi va fatto capire, va spiegato; è importante prendere le persone "per mano" e mostrare loro tutto quello che può offrire: la quantità impressionante di pesce che arriva con certi tipi di marea, gli influssi della luna, l'importanza e la varietà del plancton, le misteriose apparizioni dello squalo balena, l'incredibile puntualità della migrazione delle megattere..... Ogni anno, quando avvistiamo la prima megattera, tratteniamo a fatica una lacrima, dentro di noi pensiamo: nonostante l'uomo, ce l'avete fatta anche questa volta....Quando una persona, dopo essersi immersa con noi, ti dice "non avevo idea che il Madagascar fosse così bello" abbiamo la certezza di aver lavorato bene.

Inoltre
Oltre a fare il mio lavoro di istruttrice e guida subacquea, però, ovviamente, c'è anche una parte di lavoro che si svolge dietro le quinte, che non è meno importante. Io e Luca ci occupiamo di tutta la gestione del diving, dividendoci i compiti: io mi occupo delle prenotazioni, dei rapporti con i tour operator e con le agenzie viaggi, della parte amministrativa (vista la mia precedente esperienza mi tocca), della promozione e di tutto quello che può servire. Chi decide di venire a vivere in Madagascar deve saper fare un po' di tutto e soprattutto deve saper adeguare le proprie capacità ai mezzi che ha a disposizione.

I malgasci
E’ un argomento molto delicato. La difficoltà di interagire con i malgasci la si percepisce solo quando si vive qui.  Quando si hanno contatti “da turista” appaiono solari, allegri, disponibili, generosi. E questo ti stupisce, loro non hanno nulla, sono poveri, ma sono disposti a dividere quel nulla con te. Quando invece devi lavorare con loro, allora ti scontri con la assoluta differenza di temperamento, di prontezza intellettuale, di velocità di reazione, di capacità logica…. E questo a poco a poco ti porta alla frustrazione e, a volte, all’esaurimento.  Ti aspetti qualcosa da loro che non è possibile ottenere, perché non hanno avuto il tuo stesso percorso, non sono vissuti nel tuo stesso contesto, hanno principi diversi. Sono comunque degli ottimi esecutori, e la loro capacità di arrangiarsi determina la soluzione di problemi pratici nei modi più bizzarri e creativi. L'efficienza di un'attività che comporti l'impiego di lavoratori malgasci è subordinata al controllo costante nonché alla preparazione di itinerari e sistemi operativi dettagliatissimi che prevedano ogni possibile inconveniente. Nel momento in cui si presenta la variabile, il malgascio non chiede, ne si ingegna. Si ferma e aspetta.

 E  l’Italia
Ogni anno torno in Italia per quasi due mesi, fra gennaio e marzo, in quanto non è una buona stagione per l’attività subacquea a causa delle piogge. Torno ovviamente per vedere i miei genitori e per godere delle prelibatezze che mi prepara mia mamma; per la cucina e il vino italiani in genere. Questi mesi di trasferta sono però molto importanti anche a livello lavorativo, per i contatti che si mantengono con i clienti più affezionati, con i club subacquei e con i tour operator. Un'altra incombenza che siamo obbligati a svolgere in Italia (visto che il Madagascar, in questo ambito, è fermo all'età della pietra) è l'aggiornamento e la manutenzione delle attrezzature; la nostra attività si basa quasi totalmente su strumenti tecnici e tecnologici: dall'attrezzatura subacquea, ai computer, all'attrezzatura fotografica, eccetera, che devono essere tenuti sempre in perfetta efficienza. Mentre siamo in Italia faccio infine scorta di libri e ne approfittiamo per dare una controllata anche al nostro stato di salute. Esami del sangue, della vista, dei denti.... Questo è l'unico vero limite del Madagascar: in caso di un problema di salute grosso o piccolo (come il dentista), l'unica possibilità è tornare subito in Italia.

La politica italiana
Che è ciò che dimostra: l'Italia è un grande paese, perché  se,  nonostante la totale incapacità, disonestà e spreco di denaro che contraddistingue la nostra classe dirigente, l’Italia non è ancora diventato un paese del terzo mondo, significa che gli italiani sono gente tosta.

Orgogliosa
Si sono orgogliosa di potermi mantenere con un lavoro che mi diverte e mi appassiona e di stare a contatto con la natura, di non essermi sbagliata quando ho fatto questa scelta e di poter seguire la mia indole.

Per essere felice
Il mare, i pesci, la mia videocamera e le fasi lunari sono gli ingredienti della mia felicità.

 La prima cosa che pensi quanto ti svegli la mattina
 Oddio, sono pazza, cosa ci faccio qui?

Fai dei sogni
Dicono che tutti sognano, ma io non me li ricordo quasi mai. Quando me li ricordo mi sembrano talmente assurdi che cerco di dimenticarmeli.

Hai un messaggio da comunicare
Può sembrare una banalità, ma sono felice di vivere in un’epoca in cui esiste ancora la mia professione, e in cui in mare c’è ancora qualcosa di bello ed emozionante da vedere. Purtroppo, credo che non durerà a lungo.

Barbara e Luca sono titolari di Aqua Diving , diving center e centro escursioni a Nosy Be.
Hanno un sito internet: www.aquamadagascar.com , un blog: www.lovebubble.it e sono su Facebook alla pagine LOVE BUBBLE SOCIAL DIVING

Mito rock sotto accusa: la Gibson usa legno illegale per le chitarre


Brutte notizie per i rockettari amici dell’ambiente: le preziose e super famose chitarre Gibson, un vero e proprio pezzo di storia del rock, sarebbero fabbricate con legni pregiati ricavati da alberi in via di estinzione.  Si tratterebbe di ebano, mogano e palissandro importati dall'India e dal Madagascar, in barba alle leggi americane che ne vietano il commercio e la lavorazione.
Se le accuse dovessero essere confermate -finora non c' è stata nessuna incriminazione-, sarebbe una macchia indelebile su uno strumento così tanto apprezzato dalle principali icone del rock and roll, da John Lennon a Jimmy Page, da Santana a Chuck Berry. E poi ancora Slash dei Guns & Roses, Angus Young degli AC/DC, Paul McCartney, Eric Clapton, e chi più ne ha più ne metta.
Secondo la stampa americana, i federali dell'U.S. Fish and Wildlife Service avrebbero fatto irruzione nelle mitiche fabbriche Gibson nel Tennessee, a Memphis e a Nashville, sequestrando decine di chitarre, campioni di legno e computer. Ma l'azienda di Nashville ha negato le accuse, definendole ingiuste e infondate. Henry Juszkiewicz, amministratore delegato della Gibson, ha dichiarato al Financial Times: “Abbiamo rispettato le leggi indiane e proveremo la nostra innocenza”. “Abbiamo un sacco di problemi a mandar avanti la baracca. I raid federali sono stati un colpo da cui sarà difficile riprenderci”, ha detto poi l’A.d., evidenziando come, a suo dire, la crisi abbia intaccato anche le più famose e costose chitarre del mondo, con una Les Paul del 1959 che può valere mezzo miliardo dollari.
Ma non è la prima volta che inchieste di questo tipo colpiscono la Gibson: nel 2009, l'azienda era stata già perquisita con l'accusa di aver importato illegalmente legno di rosa in via d'estinzione dal Madagascar.
Insomma, l'ultima azione contro la Gibson, oltre ad aver diviso il mondo musicale, riaccende il dibattito sul rapporto tra musica e ambiente. Perché le alternative esistono, come ci aveva dimostrato il Riciclato Circo Musicale, ma spesso sono gli stessi musicisti “a non voler passare a strumenti fatti con legni eco-sostenibili”, come ha spiegato ai giornali Dick Boak, direttore delle relazioni con gli artisti della C.F. Martin Company.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l’ “eco-impegnato” Bono degli U2, visto che anche il suo mitico chitarrista The Edge usa praticamente da sempre una Gibson Explorer…
Fonte:www.greenme.it/
Roberta Ragni

Chitarre Gibson: è ora di cambiare musica e legno


La Gibson, che ha prodotto tra le altre le chitarre usate da John Lennon, Jimmy Page, Chuck Berry e Santana, ha accettato di pagare una multa di 300.000 dollari per aver importato illegalmente dal Madagascar e dall’India legni pregiati da alberi in via di estinzione. Grazie all’accordo concluso con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America, la Gibson eviterà il processo, ma dovrà comunque versare altri 50.000 dollari a un’associazione ambientalista. Intanto il governo malgascio corre ai ripari creando il Parco Naturale di Makira la più vasta area protetta dell’isola.



Il Madagascar crea la più grande area protetta


Con la  firma ufficiale del decreto che istituisce il Parco Naturale Makira, il governo del Madagascar ha creato la più vasta area protetta dell'isola. L'area ospita il maggior numero di di specie di lemuri del pianeta.Il Parco Naturale di Makira rappresenta una tappa verso l'obiettivo della protezione del 10 per cento delle aree naturali del Madagascar.
Il parco è frutto di un decennio di campagna da parte della Wildlife Conservation Society.
Situato nel nord est del paese, il Parco Naturale di Makira protegge un'area di 372,470 ettari di foresta pluviale, ed ospita la più ricca biodiversità dell'isola, assieme all'adiacente Parco Nazionale di Masoala, e al resto dello spartiacque di Antongil Bay.
Il nuovo parco (creato da numero decreto 2012-641 e firmato il 19 giugno) ospita 20 delle 103 specie di lemuri dell'isola, un unico gruppo di primati che vive solo nel Madagascar. Oltre a proteggere i lemuri, il Parco Naturale di Makira garantirà anche la protezione di molte altre specie, tra cui l'unico grande predatore del Madagascar, il fossa (Cryptoprocta ferox), un predatore simile al gatto, che si nutre di lemuri e richiede grandi aree di foresta intatta a mantenere in salute la sua popolazione.
Read more: http://www.salvaleforeste.it/it/component/content/article/6-news/good-news/3314-il-madagascar-crea-la-pi%C3%B9-grande-area-protetta.html#ixzz24LNsNS9h

Natura e bellezza: Madagascar

Se pensate di concedervi un viaggio in una terra lontana in cui il fascino di una natura incontaminata dalla flora e dalla fauna davvero uniche si sposa alla perfezione con la possibilità di regalarsi indimenticabili giornate di mare dalle atmosfere esotiche, il Madagascar è la scelta che fa per voi. Questo paradiso tropicale cullato dalle acque dell'Oceano Indiano si trova al largo delle coste sud-orientali dell'Africa ed è stato, nel corso dei secoli, un crocevia di culture che hanno lasciato segni visibili ancora oggi. 
Questo paradiso tropicale cullato dalle acque dell'Oceano Indiano si trova al largo delle coste sud-orientali dell'Africa ed è stato, nel corso dei secoli, un crocevia di culture che hanno lasciato segni visibili ancora oggi.
Chi visiterà il Madagascar potrà osservare le tracce del passaggio di popoli e tradizioni su questa splendida terra e scoprire l'eredità che hanno lasciato ai loro posteri esplorando le coltivazioni di riso a terrazze, tipiche dell'Indonesia, incantandosi a guardare le suggestive piroghe a bilanciere di origine polinesiana, rimamendo affascinati dai libri di magia scritti in caratteri arabi, o ancora girovagando tra negozi e mercati dalle atmosfere tipicamente indiane o conoscendo le zone in cui gli animali vengono ancora allevati allo stato brado, come tra le tribù africane.

Se pensate di concedervi un viaggio in una terra lontana in cui il fascino di una natura incontaminata dalla flora e dalla fauna davvero uniche si sposa alla perfezione con la possibilità di regalarsi indimenticabili giornate di mare dalle atmosfere esotiche, il Madagascar è la scelta che fa per voi.

Già quando si muovono i primi passi in questo Paese, si avverte tutta la sua essenza respirando gli inconfondibili profumi di ylang ylang, di caffè e di vaniglia di cui è intrisa l'atmosfera dell'isoletta di Nosy Be, il luogo ideale per concedersi una vacanza paradisiaca, dove sarà il riposo a far la da padrone e dove le acque sono talmente limpide che verrebbe voglia di berle. Ma il Madagascar è anche natura, una natura fatta di specie animali e vegetali rarissime che vivono tranquille sull'isola, tra Parchi Naturali, aree protette e zone verdi.
E poi ci sono loro. Le creature forse più famose dell'isola. I simpatici 
lemuri, i piccoli primati che nascono soltanto in queste zone e di cui il Madagascar vanta ben 60 specie diverse, tra cui si distinguono i sifaka, i marroni, i lemuri macaco, gl'Indri ed anche i singolari lemuri topo, che entrano in una tazzina da caffè o gli aye aye, creature notturne da molti ritenute portatrici di sventura. Si tratta di luoghi davvero speciali, dunque, che non meraviglia siano stati inseriti nella lista dei siti patrimonio dell'Umanità UNESCO. 
Fonte:viaggi.libero.it/il