Una fotografia
degli italiani nel rapporto dell’Eurispes
Italiani
pessimisti per le loro finanze, che si sentono super tassati e precari, divisi
tra vecchie e nuove tecnologie, sempre più affezionati agli animali domestici.
Questa la fotografia dell’Italia
scattata dal 25° Rapporto dell’Eurispes,
mille pagine di dati e cifre che cercano di dare un quadro dell’Italia
"del presentismo".
Italia: tra crisi e deboli
speranze. Secondo
la rilevazione dell’Eurispes, l’80% dei cittadini è convinto che la situazione
economica generale sia peggiorata negli ultimi dodici mesi. La maggior parte
degli italiani (52,8%) sono convinti che la situazione economica del Paese
subirà un peggioramento nei prossimi 12 mesi, in molti sono sicuri che rimarrà
stabile (27,9%) e solo 1 italiano su 10 indica un sicuro miglioramento. Gli
imprenditori in particolare rappresentano la categoria più pessimista e
sfiduciata nel futuro economico del nostro Paese che con il 65,5% di
indicazioni di un peggioramento staccano di oltre 10 punti percentuali tutte le
altre categorie.
Parallelamente, il disagio economico
delle famiglie si è aggravato (indica questa condizione il 70% degli italiani).
Il ricorso ai propri risparmi per far fronte alla crisi e la sindrome della
quarta settimana (quando non della terza) riguardano ormai 3 italiani su 5;
nella maggior parte dei casi risparmiare qualcosa è impossibile (79,2%). Dalle
rilevazioni Eurispes, aumenta il numero di quanti negli ultimi tre anni hanno
dovuto far ricorso ad un prestito bancario (35,7%; +9,5% rispetto allo scorso
anno) per pagare debiti accumulati (62,3%) o per saldare altri prestiti
precedentemente contratti con altre banche o finanziare (44,4%), ma che
evidentemente i contraenti non sono riusciti a saldare.
Vivere in tempi di crisi. Il
73,4% degli italiani nel corso dell’ultimo anno ha constatato una diminuzione
del proprio potere d’acquisto. La situazione di sofferenza delle famiglie si
riversa sui consumi: si taglia sui pasti fuori casa (86,7%) e sui regali
(89,9%), si acquistato più prodotti in saldo (88,5%), ci si rivolge ai punti
vendita più economici per l’acquisto di vestiti (85,5%). In molti decidono di
non spendere per viaggi e vacanze (84,8%) e di cambiare marca di un prodotto
alimentare se più conveniente (84,8%). Nel’83,5% dei casi le famiglie hanno
deciso di ridurre le spese per il tempo libero insieme a quelle per estetista,
parrucchiere, articoli di profumeria (83,1%) e quelle per gli articoli
tecnologici (81,9%). Il 72,6% ha cercato punti vendita economici per l’acquisto
di prodotti alimentari; nel 2012 riferiva di averlo fatto un ben più contenuto
52,1%. Molti acquistano prodotti online per ottenere sconti ed aderire ad
offerte speciali (58,4%) e hanno ridotto le spese per la benzina usando di più
i mezzi pubblici (52,2%). Nel 40,6% dei casi i tagli hanno interessato le spese
mediche, mentre il 38,4%, si è rivolto al mercato dell’usato (il 21,5% un anno
fa).
Nella quasi totalità dei casi le
abitudini degli italiani si sono modificate limitando le uscite fuori casa
(91,8%, in forte aumento rispetto al 73,1% registrato un anno fa).
Numerosissimi sono anche coloro che, invece di andare al cinema, scelgono di
guardare i film in dvd o in streaming (82,2%, a fronte del ben più contenuto
56,5% di un anno fa) e quelli che sostituiscono sempre più spesso la
pizzeria/ristorante con cene a casa tra amici (77,2%, contro il 56,7% dello
scorso anno). Più della metà del campione ha preso l’abitudine di portarsi il
pranzo da casa nei giorni lavorativi (54,9%), mentre il 44,1% va più spesso a
pranzo/cena da parenti/genitori (erano il 35,4% un anno fa).
Credito al consumo. Il
30,9% degli italiani nel corso degli ultimi 12 mesi ha fatto acquisti facendo
ricorso a forme di pagamento rateizzate nel tempo (ad eccezione del mutuo)
mentre è in vertiginoso aumento il fenomeno dei compro oro in cerca di
liquidità.
L’imposizione fiscale: il punto
di vista degli italiani. In
molti (41,7%) indicano un netto aumento del carico fiscale nell’ultimo anno.
Quasi l’80% dei cittadini sarebbe a favore di una riduzione delle tasse per
ridare vita all’economia di consumo e alla vita delle imprese, mentre il 75,4%
non ritiene giusta l’introduzione dell’Imu. Aumento delle pensioni minime
(89,1%), politiche di sostegno alle imprese (87,7%), investimenti in ricerca e
sviluppo (87,4%), riforma della legge elettorale e introduzione dei meccanismi
di redistribuzione della ricchezza (85,3%), rientro dei capitali dall’estero
(84,4%), maggiori tutele per i lavoratori (83,5%), modifica dei meccanismi di
accesso al credito (81,5%) sono gli interventi che quasi tutti gli italiani
attuerebbero se fossero alla guida del Paese e che, quindi, chiedono al governo
che si insedierà dopo le prossime elezioni.
Il lavoro: il vero timore degli
italiani. Raccomandati
per cercare un lavoro, stressati nella maggior parte dei casi (solo l’8% non si
sente mai “pressato” dal lavoro) e in alcuni a casi addirittura mobbizzati
(23,5%), soprattutto dai superiori (87,6%). Nel clima di grande incertezza
provocato dalla crisi, i lavoratori si dicono sfiduciati sul proprio futuro
economico e professionale. oltre la metà del campione afferma di non essere più
in grado con il proprio lavoro di sostenere adeguatamente il proprio nucleo
familiare (53,5%) o di sostenere spese importanti come l’acquisto di una casa o
una macchina (61,3%), né tanto meno si sente di poter fare progetti per il
futuro (64,1%).
Questione... di diritti. Favorevoli
nella larga maggioranza dei casi al divorzio breve, alla pillola abortiva, alla
tutela delle coppie di fatto, alla fecondazione assistita, all’eutanasia e al
testamento biologico, gli italiani mostrano di essere “un passo avanti”
rispetto alle leggi vigenti nel nostro paese su questi importanti temi e sui
quali, invece, la politica si divide.
La passione degli italiani per
le tecnologie fra tradizione e modernità. I
risultati dell’indagine su media e tecnologie dipingono un Paese in parte
diviso tra vecchio e nuovo, tra chi sposa rapidamente le nuove modalità di
fruizione ed i nuovi strumenti messi a disposizione dal progresso e chi rimane
prevalentemente legato alla tradizione.
Se pc, internet e cellulari sono ormai
entrati in quasi tutte le case, non si può negare che la televisione, oggetto
di tanto allarmismo e tanti elogi funebri, rimanga il mezzo più diffuso e
popolare (la guardiamo, in media, 4 ore al giorno).
Allo stesso tempo, la rete non solo è
entrata a rapidi passi in tutte le case, ma è anche riuscita a penetrare
inarrestabilmente nelle giornate e nelle abitudini degli italiani. I social network
hanno preso in parte il posto dei “vecchi” forum, luoghi di confronto a tema,
più limitati e meno accattivanti, dei blog, e persino delle classiche chat.
I mezzi di informazione. Per
quanto riguarda il quotidiano tradizionale, oltre un terzo del campione (37,9%)
afferma di non comprarlo mai, il 26,1% raramente, il 16,9% qualche volta,
l’8,5% spesso, solo un soggetto su 10 tutti i giorni (10,5%). Quasi la metà
(48,1%) guarda il telegiornale tutti i giorni; il 18,1% ascolta il giornale
radio tutti i giorni; il 22,3% legge i quotidiani online tutti i giorni. È
degna di nota anche la quota di chi legge almeno unBlog: l’11,1% tutti i
giorni, il 16,9% spesso, il 25,7% qualche volta.
I libri. Il
22,9% degli intervistati, quasi uno su 4, afferma di non aver letto nessun
libro nel corso dell’ultimo anno. Fra chi ha invece risposto positivamente, –
il 77,1% del campione – prevale chi ha letto da 1 a 3 libri (35,9%); il 16,9%
ne ha letti da 4 a 6, l’11,1% da 7 a 12, il 13,1% più di 12.
Infine, gli animali domestici. Più
della metà delle famiglie, il 55,3%, ha in casa uno o più animali domestici, un
dato in netta crescita rispetto al 2012 quando la percentuale si attestava al
41,7% (+13,6).
Neanche in tempi di crisi gli italiani
rinunciano ad avere tra le mura domestiche un animale con cui condividere il
tempo quotidiano. Anzi, è in aumento il numero di chi destina un posto della
propria “tavola” o del divano ad un amico animale. (aise)
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