lunedì 11 febbraio 2013

L’Italia del pessimismo per il 2013


Una fotografia  degli italiani nel rapporto dell’Eurispes
 Italiani pessimisti per le loro finanze, che si sentono super tassati e precari, divisi tra vecchie e nuove tecnologie, sempre più affezionati agli animali domestici.
Questa la fotografia dell’Italia scattata dal 25° Rapporto dell’Eurispes, mille pagine di dati e cifre che cercano di dare un quadro dell’Italia "del presentismo".
Italia: tra crisi e deboli speranze. Secondo la rilevazione dell’Eurispes, l’80% dei cittadini è convinto che la situazione economica generale sia peggiorata negli ultimi dodici mesi. La maggior parte degli italiani (52,8%) sono convinti che la situazione economica del Paese subirà un peggioramento nei prossimi 12 mesi, in molti sono sicuri che rimarrà stabile (27,9%) e solo 1 italiano su 10 indica un sicuro miglioramento. Gli imprenditori in particolare rappresentano la categoria più pessimista e sfiduciata nel futuro economico del nostro Paese che con il 65,5% di indicazioni di un peggioramento staccano di oltre 10 punti percentuali tutte le altre categorie.
Parallelamente, il disagio economico delle famiglie si è aggravato (indica questa condizione il 70% degli italiani). Il ricorso ai propri risparmi per far fronte alla crisi e la sindrome della quarta settimana (quando non della terza) riguardano ormai 3 italiani su 5; nella maggior parte dei casi risparmiare qualcosa è impossibile (79,2%). Dalle rilevazioni Eurispes, aumenta il numero di quanti negli ultimi tre anni hanno dovuto far ricorso ad un prestito bancario (35,7%; +9,5% rispetto allo scorso anno) per pagare debiti accumulati (62,3%) o per saldare altri prestiti precedentemente contratti con altre banche o finanziare (44,4%), ma che evidentemente i contraenti non sono riusciti a saldare.
Vivere in tempi di crisi. Il 73,4% degli italiani nel corso dell’ultimo anno ha constatato una diminuzione del proprio potere d’acquisto. La situazione di sofferenza delle famiglie si riversa sui consumi: si taglia sui pasti fuori casa (86,7%) e sui regali (89,9%), si acquistato più prodotti in saldo (88,5%), ci si rivolge ai punti vendita più economici per l’acquisto di vestiti (85,5%). In molti decidono di non spendere per viaggi e vacanze (84,8%) e di cambiare marca di un prodotto alimentare se più conveniente (84,8%). Nel’83,5% dei casi le famiglie hanno deciso di ridurre le spese per il tempo libero insieme a quelle per estetista, parrucchiere, articoli di profumeria (83,1%) e quelle per gli articoli tecnologici (81,9%). Il 72,6% ha cercato punti vendita economici per l’acquisto di prodotti alimentari; nel 2012 riferiva di averlo fatto un ben più contenuto 52,1%. Molti acquistano prodotti online per ottenere sconti ed aderire ad offerte speciali (58,4%) e hanno ridotto le spese per la benzina usando di più i mezzi pubblici (52,2%). Nel 40,6% dei casi i tagli hanno interessato le spese mediche, mentre il 38,4%, si è rivolto al mercato dell’usato (il 21,5% un anno fa).
Nella quasi totalità dei casi le abitudini degli italiani si sono modificate limitando le uscite fuori casa (91,8%, in forte aumento rispetto al 73,1% registrato un anno fa). Numerosissimi sono anche coloro che, invece di andare al cinema, scelgono di guardare i film in dvd o in streaming (82,2%, a fronte del ben più contenuto 56,5% di un anno fa) e quelli che sostituiscono sempre più spesso la pizzeria/ristorante con cene a casa tra amici (77,2%, contro il 56,7% dello scorso anno). Più della metà del campione ha preso l’abitudine di portarsi il pranzo da casa nei giorni lavorativi (54,9%), mentre il 44,1% va più spesso a pranzo/cena da parenti/genitori (erano il 35,4% un anno fa).
Credito al consumo. Il 30,9% degli italiani nel corso degli ultimi 12 mesi ha fatto acquisti facendo ricorso a forme di pagamento rateizzate nel tempo (ad eccezione del mutuo) mentre è in vertiginoso aumento il fenomeno dei compro oro in cerca di liquidità.
L’imposizione fiscale: il punto di vista degli italiani. In molti (41,7%) indicano un netto aumento del carico fiscale nell’ultimo anno. Quasi l’80% dei cittadini sarebbe a favore di una riduzione delle tasse per ridare vita all’economia di consumo e alla vita delle imprese, mentre il 75,4% non ritiene giusta l’introduzione dell’Imu. Aumento delle pensioni minime (89,1%), politiche di sostegno alle imprese (87,7%), investimenti in ricerca e sviluppo (87,4%), riforma della legge elettorale e introduzione dei meccanismi di redistribuzione della ricchezza (85,3%), rientro dei capitali dall’estero (84,4%), maggiori tutele per i lavoratori (83,5%), modifica dei meccanismi di accesso al credito (81,5%) sono gli interventi che quasi tutti gli italiani attuerebbero se fossero alla guida del Paese e che, quindi, chiedono al governo che si insedierà dopo le prossime elezioni.
Il lavoro: il vero timore degli italiani. Raccomandati per cercare un lavoro, stressati nella maggior parte dei casi (solo l’8% non si sente mai “pressato” dal lavoro) e in alcuni a casi addirittura mobbizzati (23,5%), soprattutto dai superiori (87,6%). Nel clima di grande incertezza provocato dalla crisi, i lavoratori si dicono sfiduciati sul proprio futuro economico e professionale. oltre la metà del campione afferma di non essere più in grado con il proprio lavoro di sostenere adeguatamente il proprio nucleo familiare (53,5%) o di sostenere spese importanti come l’acquisto di una casa o una macchina (61,3%), né tanto meno si sente di poter fare progetti per il futuro (64,1%).
Questione... di diritti. Favorevoli nella larga maggioranza dei casi al divorzio breve, alla pillola abortiva, alla tutela delle coppie di fatto, alla fecondazione assistita, all’eutanasia e al testamento biologico, gli italiani mostrano di essere “un passo avanti” rispetto alle leggi vigenti nel nostro paese su questi importanti temi e sui quali, invece, la politica si divide.
La passione degli italiani per le tecnologie fra tradizione e modernità. I risultati dell’indagine su media e tecnologie dipingono un Paese in parte diviso tra vecchio e nuovo, tra chi sposa rapidamente le nuove modalità di fruizione ed i nuovi strumenti messi a disposizione dal progresso e chi rimane prevalentemente legato alla tradizione.
Se pc, internet e cellulari sono ormai entrati in quasi tutte le case, non si può negare che la televisione, oggetto di tanto allarmismo e tanti elogi funebri, rimanga il mezzo più diffuso e popolare (la guardiamo, in media, 4 ore al giorno).
Allo stesso tempo, la rete non solo è entrata a rapidi passi in tutte le case, ma è anche riuscita a penetrare inarrestabilmente nelle giornate e nelle abitudini degli italiani. I social network hanno preso in parte il posto dei “vecchi” forum, luoghi di confronto a tema, più limitati e meno accattivanti, dei blog, e persino delle classiche chat.
I mezzi di informazione. Per quanto riguarda il quotidiano tradizionale, oltre un terzo del campione (37,9%) afferma di non comprarlo mai, il 26,1% raramente, il 16,9% qualche volta, l’8,5% spesso, solo un soggetto su 10 tutti i giorni (10,5%). Quasi la metà (48,1%) guarda il telegiornale tutti i giorni; il 18,1% ascolta il giornale radio tutti i giorni; il 22,3% legge i quotidiani online tutti i giorni. È degna di nota anche la quota di chi legge almeno unBlog: l’11,1% tutti i giorni, il 16,9% spesso, il 25,7% qualche volta.
I libri. Il 22,9% degli intervistati, quasi uno su 4, afferma di non aver letto nessun libro nel corso dell’ultimo anno. Fra chi ha invece risposto positivamente, – il 77,1% del campione – prevale chi ha letto da 1 a 3 libri (35,9%); il 16,9% ne ha letti da 4 a 6, l’11,1% da 7 a 12, il 13,1% più di 12.
Infine, gli animali domestici. Più della metà delle famiglie, il 55,3%, ha in casa uno o più animali domestici, un dato in netta crescita rispetto al 2012 quando la percentuale si attestava al 41,7% (+13,6).
Neanche in tempi di crisi gli italiani rinunciano ad avere tra le mura domestiche un animale con cui condividere il tempo quotidiano. Anzi, è in aumento il numero di chi destina un posto della propria “tavola” o del divano ad un amico animale. (aise)

Nessun commento:

Posta un commento