Niente riforma elettorale. La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha ufficialmente
gettato la spugna, togliendo la riforma del "Porcellum" – ma anche il
ddl sul riordino delle province – dal suo ordine del giorno.
La decisione è
stata comunicata ieri pomeriggio all’Aula dal Presidente del Senato Renato Schifani che ha quindi convocato le altre sedute
della settimana, in cui la riforma avrebbe dovuto essere esaminata, convocando
l’Aula il 17 dicembre per la legge di stabilità.
L’anno prossimo si
andrà, dunque, a votare con la vecchia legge, anche all’estero. Su quest’ultimo
punto, però, durante l’assemblea plenaria del Cgie, il senatore Pd Claudio Micheloni aveva parlato della possibilità di adottare comunque
alcune modifiche per il voto all’estero.
Questo perché,
spiegava Micheloni, l’articolo 3 del testo-Malan,
quello che parla di voto all’estero, "è stato votato all’unanimità:
prevede l’inversione del diritto d’opzione dalla XVIII legislatura;
l’istituzione del comitato elettorale in ogni consolato, responsabile con il
Console della gestione e della consegna del materiale elettorale, e
l’inserimento del certificato elettorale con fotocopia del documento nel
plico". In ogni caso, concludeva, "se il testo della riforma
elettorale crolla per mancanza di accordi tra i partiti, o al Senato o alla
Camera, c’è comunque un’intesa tra le forze politiche al fine di fare uno
stralcio dell’articolo 3, per farlo "camminare" indipendentemente
dalla legge".
. (aise)
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