“Il vero simbolo, a mio parere, dell’efficienza
svizzera è un’automobile strana: colore giallo e guida a destra; la macchina
della Posta. Strano vero? Un auto con la guida a destra in un Paese che ha il
codice della strada uguale a quello italiano, che prevede la circolazione di
auto con la guida a sinistra. Eppure, in Svizzera vedi circolare queste auto
della posta di marca tedesca, acquistate dai parchi auto destinati al mercato
inglese o dove è previsto il guidatore a destra. Stravaganza…macchè!”. A
spiegarne il perché da Zurigo è Massimo Pillera nella sua consueta rubrica
curata per Il Fatto Quotidiano di Antonio
Padellaro.
“Le macchine della posta elvetica, non perdono un
secondo”, si legge nell'articolo che riportiamo di seguito in versione
integrale. “Quando ritirano la posta spedita, contenuta negli appositi box
collocati per strada, l’autista non deve parcheggiare, aprire lo sportello con
il pericolo che un auto lo investa o aspettare che le auto nella carreggiata
finiscano. Si ferma, scende dal lato destro direttamente sul marciapiede,
scarica il box e fila via senza intoppi perché l’auto è predisposta per questo
servizio, con il posto guidatore appunto a destra a favor di marciapiede.
Ma sono auto fatte a posta così? No. Qualche dirigente intelligente ha proposto di comprare quelle previste per altri mercati con la guida a destra. Quelle magari stoccate ed invendute, perché questi mercati sono forse saturi. Che idea! Risparmiare e rendere più efficiente un servizio. La posta in Svizzera è una istituzione più che un servizio. È possibile spedire, da casa, qualsiasi cosa che con certezza matematica arriva il giorno dopo a destinazione alla tale ora. È possibile con 1 solo francobollo fare tutti i pagamenti di utenze, operazioni bancarie, ordini, bonifici, spedendo una semplice lettera. Andare in centro con un bus costa due volte e mezzo l’importo di un francobollo per cui puoi fare tutto da casa. Andare in macchina costa cinque volte di più, tra carburante e parcheggio, mentre puoi fare tutto con una semplice spedizione. Non esistono le raccomandate; o, meglio, esistono, ma nessuno le usa perché con la prioritaria che costa pochi centesimi in più della normale, hai la certezza assoluta che ciò che mandi arrivi. Con la affrancatura normale imbuchi alle 8 di mattina ed arriva il giorno dopo. Con la prioritaria puoi spedire di sera tardi ed arriva a destinazione in mattinata. Questo anche grazie alle strane macchine con guida a destra.
Gli anziani, ma non solo, sono i maggiori fruitori di un servizio che rende meno complicate un po’ tutte le faccende riguardanti pagamenti e spedizioni varie, così come il ricevimento dei pacchi. Anche la spesa puoi farla per posta così come puoi ricevere i medicinali in pacco postale. Ma l’incredibile mi è successo quando una volta in un ristorante non mi funzionò una carta di credito perché smagnetizzata. Il gestore non mi chiese di lavare i piatti, mi chiese solo l’indirizzo di casa. Il giorno dopo mi arrivò il conto con la Posta e rispedii in buca l’importo a spese del gestore. La sera il conto era saldato in un ristorante di Basilea, mentre abitavo a Zurigo. Insomma la posta si muove da decenni in Svizzera in una sorta di rete organizzata talmente bene che resta competitiva ancora oggi alla rete online. E non ha bisogno di antivirus!
Per noi italiani, poi, essa rappresenta, il collegamento con il Paese di provenienza. Quando i nostri connazionali lasciavano mogli (le vedove bianche) e figli giù, anzi come ancora oggi si usa dire in gergo migrante “sotto”, la lettera che arrivava periodicamente era il ponte sentimentale che teneva in piedi la famiglia. Ma questa… è un’altra storia”. Massimo Pillera (aise)
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