Cronache
dal futuro, a cura del docente visionario Edoardo Fleischner (Comunicazione
crossmediale all'Università degli Studi di Milano, ma anche progettista
crossmediale) per Agendadigitale.eu
di Edoardo Fleischner
L’Africa
lussureggiante splendeva un poco più in là. La Colonia Astrale numero 333 era
posteggiata sopra il Madagascar. Il Maestro d’Arte Leonardo XXXIII passeggiava,
in telepatica e fitta conversazione, con una decina di discepoli. Gli alberi
verdissimi della colonia rilassavano l’intreccio di opinioni forti e
contrapposte. Il Maestro era in meditazione collettiva da 11 giorni, dei 33 che
il ciclo obbligatorio di dopo-missione prevedeva, prima di scendere sulla Terra.
Qualcosa però, da un giorno esatto, non funzionava più. I ragionamenti che
arrivavano dal pianeta si erano interrotti. Improvvisamente. Non ricordava
fosse mai accaduto un evento del genere. Il sistema era, o avrebbe dovuto
essere, perfetto. I venti miliardi di umani e gli altrettanti umanidi erano
memorie e nodi della rete di connessione universale. Impossibile disattivarli
tutti e in un sol colpo. Al contrario, fatto ugualmente inspiegabile, le
memorie connesse della colonia astrale erano ancora perfettamente funzionanti.
Il Maestro alzò lo sguardo verso il cielo nero e i suoi interlocutori. Il sole
non tramontava mai lassù nell’estate australe. Erano le 18 di sera. Le serrande
chimiche stavano lentamente chiudendosi. Il crepuscolo artificiale tinteggiò il
viottolo d’arancione e poi di viola. La notte era artificiale. Il Maestro
interruppe la conversazione silenziosa in corso, salutò i discepoli. Il più
anziano sussurrò: “L’accompagno a casa io, maestro…”. Il buio incombente faceva
paura al Maestro. Un canoide gli venne incontro scodinzolando e abbaiando.
“Buono Argo! buono…! sei contento che sono tornata a casa prima, vero?... Sì,
bello, sì…” La paura spinge sempre al contatto.
“Ci
segnalano che la Colonia Astrale numero 333 non ha subìto, ripeto, non ha
subìto il grande ictus mnemonico di ventiquattro ore fa!” chiarì ad alta voce,
quasi stentorea, Akila Khaspros, la comandante della Memory Squad numero 11,
nel tentativo di sovrastare gli urli di stupore e di gioia dei viaggiatori,
passeggeri figuranti, del piano di sotto. L’autobus a due piani, sede di
copertura della squadra, si era fermato davanti alla Piramide di Cheope,
immersa nel verde dei prati e dei boschetti circostanti. “Dunque potremmo
salire sulla colonia astrale e acquisire tutti i dati dei suoi circuiti, delle
connessioni e gli schemi delle memorie… sarebbero sicuramente elementi vitali
per ricostruire il reticolo di memorie connesse distrutto dal grande ictus
mnemonico nel resto della galassia…” capì al volo Sama Hargo, analista del
linguaggio e delle memorie della squadra. “Ma la colonia è in meditazione post
missione, Sama…” scoraggiò la comandate Akila. “Non c’è accesso in questo
periodo, la colonia è ermeticamente chiusa… è impenetrabile… e mancano 22
giorni prima che la colonia si riapra al resto del mondo…” “Nessuno può
entrare… nessuno può uscire, è vero…” ragionò Xina Shaiira, l’agente analista
del terreno e dell’ambiente della squadra, “Ma il maestro d’arte della colonia,
invece, è l’unico che ha totale libertà di movimento…” “Noi non possiamo
entrare, ma lui può sicuramente uscire…” “Ci comunicano che è una lei, una
donna” precisò la comandante Khaspros, “E non solo, ci dicono anche che si
chiama Maestro Leonardo XXXIII, secondo tradizione, e che…” L’autobus brontolò
via dalle piramidi di ritorno verso Il Cairo.
L’agente
Xina Shaiira conosceva molto bene la pasticceria “Al Cioccolato”. Staccò la
bicicletta dal retro dell’autobus rosso a due piani e la raggiuse con una
decina di curve strette nel cuore della città vecchia. Il profumo di fondente
la stregò. Non si risparmiò in tavolette, cioccolatini e spaghetti alla
nutella. Consegnati in una borsa trasparente. Illuminata internamente.
Un’attraente lucciola inebriante per qualunque gola. La tentazione non è mai
solitaria.
Xina si
avviava con uno smagliante sorriso, stampato in faccia, verso lo shuttle
colonia-terra che stava posandosi dolcemente al centro dell’Area 3
dell’aeroporto. Il portello si aprì. Dall’interno una luce intensa fasciò Il
Maestro Leonardo XXXIII al suo apparire. “Vai Argo, vai!...” incitò il Maestro,
immobile sulla soglia dello shuttle. Il canoide saltellò sberquitando verso
l’agente Xina Shaiira. Rapido la raggiuse e con dolce precisione addentò e
strappò dalle sue mani la borsa colma d’ogni forma di cioccolato. Girò su sé
stesso. Come un fulmine ritornò allo shuttle.
L’agente
colto di sorpresa, riuscì solo a iniziarne l’inseguimento, quando già lo
sportello dello shuttle si chiudeva su una mano che portava la prima tavoletta
di cioccolato alla bocca del Maestro, una intelligente e furba bambina di 6
anni.
(18-continua
la serie. Ogni episodio è “chiuso")
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