Sono Alessandra, nata ad
Ancona. Ho studiato come interprete, gestito una scuola di lingue per dieci anni
per poi imbarcarmi con “Costa Crociere”. Sono
stata responsabile della reception/responsabile clienti sulle navi da crociera.
È grazie
a Kokoa e ad uno scherzo con loro che sono arrivata in Madagascar.
Il tuo lavoro
Ho iniziato il mio lavoro in
terra malgascia proprio a Nosy Be nel 2008. Sono stata responsabile delle escursioni
di Kokoa per “Costa Crociere” su Nosy Be. Poi ho lavorato per i clienti di “Ora
Resort” con base al “Loharano” Hotel. Per terminare con un periodo breve a
Diego Suarez per lo start up della nuova gestione della “Note Bleue”. Quando ho
terminato il mio lavoro alla “Note Bleue” non ho trovato altro lavoro che mi
permettesse di restare e far fronte contemporaneamente agli impegni economici
presi in Italia. Quindi ho dovuto fare la valigia, salutare tutti e tornare in
Italia.
Forse il capitolo Madagascar
si è chiuso per sempre ma… è stata un’esperienza indimenticabile.
Prima del Madagascar
Navigavo con la “Costa
Crociere”, quando sono sbarcata a Nosy Be e ho conosciuto i “ragazzi” di Kokoa.
Abbiamo cominciato a scherzare sul mio “lasciare tutto” per andare a vivere a
Nosy Be. Da scherzo nasce scherzo che continua come scherzo… e come scherzo ho
scelto la scrivania su cui poi ho lavorato. Ho quindi posto termine al mio
contratto con la “Costa Crociere” e a giugno 2008 sono arrivata a Nosy Be.
Kokoa
Con Kokoa è stato fantastico. Ho trovato un ambiente
veramente accogliente e li ringrazierò sempre per avermi dato l’opportunità di
vivermi questi tre anni e mezzo indimenticabili.
Mi sono trovata da subito molto bene. Con tutto il personale
Kokoa è stato come essere a casa… mi sono sentita in famiglia… con risate,
prese in giro, litigate e prese di posizione. Momenti facili e momenti duri…
Momenti con tanto lavoro e momenti di totale sbracamento. Italiani e Malgasci…
tutti insieme.
Sia il bello che il brutto
Per descrivere la mia
esperienza devo raccontare sia il bello che il brutto.
Non è facile per una donna da
sola vivere in Madagascar. Spesso si perde di vista la propria femminilità.
Spesso si viene giudicata e criticata o controllata solo per passare il tempo,
per avere qualche cosa di cui parlare.
Paradossalmente per me è
stato più facile inserirmi tra i malgasci che tra i residenti “Vasa”
dell’isola.
I bianchi
Parlando degli immigrati… I
bianchi, che vivono a Nosy Be, sono spesso diffidenti e a volte un po’
saccenti. Molto scostanti all’inizio… poi, per fortuna, diventa tutto più
facile.
Chi è totalmente immerso
nell’isola, spesso non si ricorda più nemmeno di cosa vuol dire essere
italiano, chi invece rimane un po’ più distaccato… spesso si mette su di
un piedistallo e, pensando di non giudicare, si sente superiore e alla fine
giudica più di tutti.
Se dai maschietti vieni
considerata “una amica”, spesso ti trovi ad ascoltare discorsi volgari e
particolari piccanti di cui non te ne frega nulla e ad essere comunque messa in
secondo piano di fronte a ragazze molto giovani e disponibili. Se non sei
amica… allora spesso proprio non sei considerata.. .
È stata dura
A volte mi è sembrato di vivere in un paesotto borghese e
bacchettone che niente ha a che vedere con quello che credo sia il vero
Madagascar. A volte ho sentito discorsi di un razzismo estremo fatti da persone
che si vantavano di essere tanto aperte.
Alcuni dei bianchi si vantano di aver capito come vivere il
Madagascar in modo libero e aperto e non si rendono conto di essere i primi a
rimanere rigidi sotto certi schemi e a non accettare comportamenti e idee
diverse dalle loro.
Ho avuto quasi la sensazione
che alcuni dei residenti di Nosy Be pensassero che coloro che fanno la scelta
di trasferirsi in Madagascar, devono per forza soffrire per poter vivere a
pieno l’esperienza… un po’ tipo “hai voluto la bicicletta… adesso pedala” “se
sei così alternativa da venire a vivere qui… non contare su nessuno… il
problema è tuo… risolvitelo da sola” Insomma soprattutto all’inizio è
stata dura.
Poi però, per fortuna, ho
cominciato a sentirmi più a casa e ad affezionarmi a chi poi ho considerato “Amico”
e a stare bene. Quando sono partita sono state tante le persone (tra immigrati
e malgasci) a salutarmi, per cui c’è scappata anche la lacrimuccia (anzi
molto più che una ) e ho molti amici che tengo stretti nel cuore.
I malgasci
Alla fine dei giochi, posso dire che in tre anni e mezzo
“non ho capito il Madagascar” ne tantomeno che ho capito la mentalità
malgascia.
Non posso negare che l’accoglienza dei malgasci nei miei
confronti è stata fantastica. Con loro mi sono trovata sempre bene. Io so di
averli rispettati e soprattutto di aver rispettato le loro diversità e i loro
modi di fare. So di aver ottenuto il rispetto di molti di loro. Non ho mai
preteso di ragionare con loro con la mia mentalità italiana, ne ho mai preteso
che loro capissero il mio modo di agire tanto diverso. Non mi sono mai
aspettata da loro cose che erano al di fuori della loro cultura e so che loro
non hanno mai preteso da me che fossi totalmente integrata nel loro ambiente.
Orgogliosa
Quando ho visto alcuni dei ragazzi che avevo formato fare il
loro lavoro con successo, mettendo a frutto alcuni dei miei insegnamenti, mi
sono sentita orgogliosa di loro e degli sforzi fatti per raggiungere certi
risultati. Non potrei mai dare un consiglio su come relazionarsi… perché
nessuno può farlo. Ognuno ha un suo modo di relazionarsi con le persone, siano
esse europee o extra europee. Nessun modo è giusto. Nessun modo è sbagliato.
Sono i risultati che contano. Io sono stata me stessa. Semplicemente me
stessa e questo è stato sicuramente apprezzato (a volte più dai malgasci che
dai bianchi). E io ora sono orgogliosa dei bei rapporti che ho costruito.
Felice
Io mi reputo una persona
felice.
Mi sento una donna fortunata,
perché nonostante i miei alti e bassi, la vita mi ha sempre sorriso e sono riuscita
a viverla più o meno come volevo io.
Non sarò mai ricca
economicamente… ma sono ricca di emozioni, sensazioni e gratificazioni
personali!!!!
Sogni
Ne faccio tanti e il più delle volte riesco anche a
realizzarli. Adesso vorrei vincere una bella somma alla lotteria così posso
viaggiare molto di più senza preoccuparmi di lavorare (ahahahahah)
Infine
Bè ho voglia di ringraziare pubblicamente Kokoa, perché
senza di loro non sarei mai arrivata a Nosy Be. Ringrazio i ragazzi di Madaway
e Elma perché hanno creduto in me e mi hanno aiutata a tirar su il morale
quando era a pezzi. Katia e Luisa… senza di loro non ce l’avrei fatta! Vorrei
fare una lista lunghissima di ringraziamenti, passando da Isa a Laura … ma
dovrei escludere qualcuno per non diventare noiosa… quindi… mi limito a
ringraziare tutti quelli che sono miei amici.
Rifaresti tutto
Tornando indietro con la
testa e l’esperienza di adesso, farei sicuramente scelte diverse… ma ogni cosa
che ho fatto l’ho fatta perché la ritenevo la più giusta… quindi non c’è
veramente uno sbaglio che posso considerare il più grande.
Certo che rifarei le stesse
scelte! Anche quella di tornare in Italia in quel preciso momento.
Ho sicuramente dei rimorsi… ma assolutamente no dei
rimpianti..
Alessandra Gnesutta
Rosario
Volpi, 34 anni, ha vinto il Premio volontariato internazionale 2013.
Dal 2007 si
occupa di ragazzi
Faccia
a faccia on line
Incontriamo suor
Concetta Zappulla all’Istituto “Suore Cappuccine
dell’Immacolata di
Lourdes” di Palermo e non esitiamo a chiederle
della vita che
conduce come missionaria.>>>>>>>>continua
a leggere
Abbiamo
incontrato padre Giuseppe Nicolai, imolese di adozione,
missionario in
Madagascar. Gli abbiamo chiesto di parlarci della
sua attività e
dei suoi rapporti con il popolo malgascio.
Mi chiamo Toni Vasco, sono nato ad Enna
ed ho svolto la professione di psicologo
presso
il servizio di salute mentale. Ho
lavorato per due
anni a Trieste, ai tempi di Basaglia ed
ero stato
catturato dal fervore di quella che si
chiamava “antipsichiatria”.
La mia prima casa era nel campo base a circa mezz'ora da
Sambava verso Andapa.
Mi ricordo un nome " Ambatolokoho "
Intervista a Fabiola
Mancinelli, antropologa del turismo che
dopo un passato
nella comunicazione e nella ricerca di tendenze
ha deciso di partire
per studiare il Madagascar
Il sole, il mare, le
spiagge, ma soprattutto la gente
ci ha fatto pensare
che la nostra pensione(sic!) che
era prossima,
avrebbe potuto godere di tutto questo
Nosy Be l’Isola dei Sogni
Laureato in Scienze
dell'educazione, ho lavorato come educatore
Dario e Valerio hanno creato Peter Pan nella spiaggia più
bella del Madagascar
Anakao
49
anni romano ha inaugurato a Sainte Marie il suo nuovo Hotel
Anita Torti, nata in Madagascar, vive a Milano si sta facendo onore sui
ring di tutto
il mondo
La cantante malgascia che vive e fa successo in Italia
La storia di un medico che aiuta i bambini poveri del
Madagascar
in
Madagascar per insegnare forme alternative di agricoltura
Non esisteva ancora il telefono, le strade erano piste in mezzo alla
natura.
Poche capanne, una banca e un ufficio postale.
Quando Massimiliano Felici arrivò a Sainte Marie nel 1993, l’isola era
così.
Oggi vive a Ankazoberavina
isola deserta situata nella zona nordoccidentale del Madagascar
È titolare di un
diving a Nosy Be
Rosario
Volpi, 34 anni, ha vinto il Premio volontariato internazionale 2013.
Dal 2007 si
occupa di ragazzi
Enzo Maiorca e le
sue immersioni
Pino Schintu e le
sue fotografie
Dirige il lebrosario di Ambanja
È arrivato in nave e fa sentire la sua voce con radio AVEC
In Madagascar il negozio più bello con i vetri di Murano
Alberto il
professionista del turismo
Ha lavorato nel
turismo a Nosy Be
Un biologo
arrivato da Milano al seguito di una spedizione
di studio
della foresta del parco Nazionale di Masoala
”Stefano, titolare della
« Gelateria Italiana »
a Tulear, “si racconta” come e perchè è arrivato in Madagascar
Manuela fornisce i migliori ristoranti con il gelato italiano
Incontrando gli amici, al rientro dal mio primo viaggio in Madagascar,
alla domanda cosa ti sei portato dal Madagascar, ho risposto:
“la voglia di tornare”.
noi
vogliamo seguire il suo esempio”.
Intervista
a mons. Vella, vescovo in Madagascar
Ad Antananarivo, grazie a
padre Pedro, è nato un progetto
che garantisce casa e lavoro a
più di tremila famiglie.
Un esempio di azione
caritativa, anche per il Fondo
Monetario Internazionale
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