“grazie a generosità cosentini”
Sono partiti in
cinque e dopo una lunga trafila burocratica sono riusciti a consegnare un
container di pannelli solari, sedie, scarpe, vestiti e tanto altro alla
comunità di Ambohitrimanjakaa.
Padre
Fedele Bisceglia è da poco tornato dal Madagascar, dove grazie alla Terra di
Piero è stata realizzata una struttura per l'assistenza dei bambini e della
popolazione locale. Il frate missionario ha quindi ringraziato pubblicamente i
giovani dell'associazione che hanno dato un contributo assolutamente
determinante alla realizzazione dell'opera, come documentato anche da tante
foto e video pubblicati su Facebook. "Voglio ringraziare questi ragazzi,
di cui sono fiero - ha detto Padre Fedele - e che hanno riempito un intero
container di tantissime cose, dal cibo ai pannelli solari, grazie alla
generosità dei cosentini. In particolare voglio ringraziare Sergio
Crocco, Francesco Chiarello, Eugenio Caruso e Giuseppe Tiano, che sono
venuti con me in Africa e che mi hanno commosso, lavorando una notte intera
solo per scaricare il container. Si vede che hanno recepito il messaggio della
solidarietà - ha detto il missionario - e io ho avuto solo il compito di essere
per loro un fratello maggiore, che li ha guidati.
"Voglio
ringraziare questi ragazzi, di cui sono fiero - ha detto Padre Fedele
all'Agi - e che hanno riempito un intero container di tantissime cose,
dal cibo ai pannelli solari, grazie alla generosità dei cosentini".
"In particolare voglio ringraziare Sergio Crocco, Francesco Chiarello,
Eugenio Caruso e Giuseppe Tiano, che sono venuti con me in Africa e che mi hanno
commosso, lavorando una notte intera solo per scaricare il container. Si vede
che hanno recepito il messaggio della solidarietà - ha detto il
missionario - e io ho avuto solo il compito di essere per loro un
fratello maggiore, che li ha guidati. È un grande segno quello che è stato
dato". (AGI)
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Per qualcuno questo viaggio era un ritorno a
Casa,
per altri la ricerca di una nuova prospettiva,
per
altri ancora curiosità che si mischia ad un
sogno
e per gli ultimi pura condivisione.
Ognuno con le parole e i silenzi ha provato a
raccontarsi
per aiutare donne e bambini vittime di violenza in Madagascar.
Volontari in Madagascar
«Mora
Mora», spiega Erika Pasqualetto «significa vivere la vita
in
maniera tranquilla, non esasperando la giornata e non scandendola
con
orari e impegni perentori, quindi senza la frenesia del mondo occidentale». Mi
sono portato a casa un bagaglio di emozioni e conoscenze straordinarie
Stefano e Paola, volontari internazionali in Madagascar,
hanno proprio scelto di raccontarci i 30 giorni di un luglio
malgascio caldissimo.
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