Lo hanno costruito i coniugi Alessandro
Pasotto e Rosanna Tassinari per aiutare la popolazione locale
Hanno
realizzato un ospedale nel sudovest del Madagascar, ad Ampasilava, e ora si pongono
ulteriori obiettivi. E’ una storia di vera solidarietà quella che vede
protagonisti i coniugi Alessandro Pasotto e Rosanna Tassinari, lui medico
trentino di nascita e centese d’adozione, lei infermiera caposala di Pieve di
Cento.
E’ la
storia di persone che, animati dal grande desiderio del ‘fare’, fare per gli
altri, sono approdati in terra Malgascia, spinti nella ricerca di ‘luoghi
nuovi’ dove condividere la passione per la natura e le culture locali
tanto da creare un Resort che ha come confini la brousse e un mare incantevole.
La loro vera professione li ha poi portati a realizzare un ospedale di 550
metri quadri con 8 letti di degenza, 4 ambulatori, una sala operatoria, un
laboratorio analisi e un centro radiologico, grazie alla solidarietà di tanti
e il sostegno di amici, oltre al supporto straordinario dei volontari sia
professionisti che civili.
La coppia,
affiatatissima nella vita coniugale come in quella professionale, da ormai 5
anni gestisce la struttura creata in una zona dove l’assistenza medica è
inesistente (l’ospedale più vicino dista più di 250 chilometri e con
servizi esclusivamente a pagamento). I pazienti, pur di poter usufruire
del servizio dato, affrontano viaggi di giorni e giorni trasportati su carretti
trainati dagli zebù, e nei casi ‘gravi’ con sistemazioni precarie ricavate con
vecchi pagliericci o vecchi sedie. La struttura creata dai coniugi Pasotto, che
hanno fondato l’Associazione ‘Amici di Ampasilava’ Madagascar onlus, si regge
esclusivamente attraverso donazioni, ricavi da iniziative private
organizzate allo scopo e dal ritorno del ’5xmille’ in quanto riconosciuta dalla
regione Emilia Romagna come ‘onlus’.
E’ questa
la forza che consente uno straordinario turnover di volontari (medici,
infermieri, civili) che utilizzando ferie o aspettativa e pagandosi il
biglietto aereo, permettono di mantenere operativo l’ospedale 365 giorni l’anno
da 5 anni. I volontari, appagati dal lavoro svolto, dalla gratitudine che la
popolazione di etnia ‘Vezo’ trasmette attraverso il sorriso di un bambino
operato di cataratta che lo aveva reso pressoché cieco, o dalla partoriente
che, salvata in extremis, chiama il proprio nascituro Nando, nome di battesimo
del medico intervenuto, al loro rientro trasmettono ad amici e colleghi questa
‘carica’ ricevuta presso l’ospedale ‘Vezo’, creando nuovi volontari e
garantendo così continuità alla loro opera. Continuità che in numeri annui
significa: 32.000 visite mediche, 130 volontari, 4 equipe chirurgiche, equipe
oculistiche e servizio dentistico e odontotecnico; numeri che esaltano la forza
della solidarietà.
Prossimo
traguardo dei due coniugi è quello di terminare la realizzazione completa del
fotovoltaico per abbattere gli enormi costi per la produzione di energia
elettrica con i generatori a gasolio. Tutte le info si possono trovare sul
sitowww.amicidiampasilava.com
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ElleGi53 ha scritto il 4 gennaio 2014 alle 16:02
RispondiEliminaBravi! Ecco il modo giusto per aiutare concretamente ed efficacemente le popolazioni meno fortunate di noi direttamente a casa loro, senza tante vane chiacchiere e roboanti proclami… Kyenge e compari, se davvero in buona fede, prendano esempio!
Ora l’ideale sarebbe poter formare nella struttura nuovo personale medico ed infermieristico locale, magari in sinergia con qualche università malgascia, in modo da rendere sempre meno necessario in futuro l’aiuto esterno, fino a quando i locali potranno finalmente procedere sulle loro sole gambe. Ma questo è solo il pensiero di un profano, i due gestori dell’ospedale, ovviamente, conoscono molto meglio di me cosa è possibile o impossibile fare in quella zona
topazterry ha scritto il 4 gennaio 2014 alle 21:22
RispondiEliminabravissimi! c’è tanto bisogno di persone come loro che aiutino coloro che soffrono e non hanno le nostre possibilità. E la cosa più bella è che lo fanno con tanto amore. Il nostro quotidiano tran tran di lavoro e di lotta continua per avere cento euro in più per poterli spendere in sciocchezze ci fa sentire veramente inutili di fronte a queste persone che sono dei veri giganti per tutta l’umanità. Non facciamo polemiche anche su questo ( come vedo dai commenti che mi precedono )