mercoledì 10 settembre 2014

Nella foresta pluviale ricompare il Lemure Notturno

Tra gli alberi dragoni di Maromizha 

Sono davvero poche le immagini di Aye-aye in natura, avvistarne un esemplare è una cosa molto difficile perché si tratta di animali notturni e spesso solitari” 

A darne certezza ai ricercatori in campo, le foto in bianco e nero scattate dalle fotocellule delle camere trap posizionate fra i cespugli di questa porzione centro-orientale di foresta.
“Sono davvero poche le immagini di Aye-aye in natura, avvistarne un esemplare è una cosa molto difficile perché si tratta di animali notturni e spesso solitari” - dichiara Caterina Spezio, Responsabile del Dipartimento Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo, una delle strutture UIZA che partecipa al progetto Volohasy-Bambù. “Normalmente si trovano solo delle tracce come le tipiche incisioni/buchi sul legno che fanno con il loro dito medio, lungo scheletrico e ricurvo. Difficile poi è calcolarne la densità poiché un solo individuo fa diversi e molteplici buchi. Questo avvistamento fatto con la camera trap ci porta a poter essere certi della presenza dell’Aye-aye in quella porzione di foresta”.
Il monitoraggio di questo piccolo animale, che ricorda il personaggio spielbergiano ET a causa del suo dito medio lungo e scheletrico e che è annoverato come Endangered nella lista rossa della IUCN, rientra nell’ ambito del progetto Volohasi- Bambù avviato lo scorso aprile dall’Università di Torino e dall’Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari (UIZA).  L’ obiettivo è ambizioso: combattere la perdita di habitat forestale in Madagascar, fenomeno che rappresenta la prima causa di estinzione delle specie, in particolar modo di lemuri. Si sta lavorando per affiancare ad un’ampia azione di riforestazione delle zone degradate della foresta, una più specializzata opera di habitat restoration focalizzata su specie vegetali appartenenti alla famiglia del bambù, risorsa fondamentale per la specie Hapalemur griseus eProlemur simus.
Negli ultimi 150 anni, infatti, la comunità scientifica ha assistito a una rilevante perdita degli ecosistemi forestali a causa di pratiche d’agricoltura slash and burn-taglia e brucia (tavy)e del taglio illegale di legname per la produzione di materiale da costruzione.  
Il Daubentonia madagascariensis (specie scoperta per la prima volta dallo zoologo tedesco Schreiber nel 1775), più conosciuto con il nome di Aye-aye, ha una caratteristica molto particolare che gli consente di procacciarsi il cibo: il dito medio lungo e scheletrico che ricorda quelle di ET, il piccolo mostriciattolo di Spielberg! 
Appartiene all’ordine dei Primati ed è una proscimmia della famiglia Daubentoniidae.  Ha un corpo lungo fino a 80-90 cm con tutta la coda che può misurare da sola fino a 40-50 cm e un peso intorno ai 2,50 kg. 
Di giorno riposa appollaiato dentro a tane che si fabbrica all’interno dei tronchi degli alberi. Esce poco prima del tramonto alla ricerca di cibo e rientra nella sua tana prima che faccia giorno. E’ un animale onnivoro che si ciba di vermi, insetti e larve ed erba. Oltre al caratteristico dito medio Aye-aye ha delle peculiarità anatomiche che lo distinguono dagli altri lemuri: ha incisivi in continua crescita (che hanno portato a pensare per tempo che si trattasse di un roditore) e delle grandi orecchie per sentire le larve e gli insetti nascosti nel legno!
Nella cultura popolare è considerato come portatore di sciagure e sventura. Secondo gli indigeni rappresenta il messaggio del diavolo.
http://www.italiaambiente.it/
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