domenica 19 gennaio 2014

L’ospedale di due centesi in Madagascar

Lo hanno costruito i coniugi Alessandro Pasotto e Rosanna Tassinari per aiutare la popolazione locale


Hanno realizzato un ospedale nel sudovest del Madagascar, ad Ampasilava, e ora si pongono ulteriori obiettivi. E’ una storia di vera solidarietà quella che vede protagonisti i coniugi Alessandro Pasotto e Rosanna Tassinari, lui medico trentino di nascita e centese d’adozione, lei infermiera caposala di Pieve di Cento.
E’ la storia di persone che, animati dal grande desiderio del ‘fare’, fare per gli altri, sono approdati in terra Malgascia, spinti nella ricerca di ‘luoghi nuovi’ dove condividere la passione per la  natura e le culture locali tanto da creare un Resort che ha come confini la brousse e un mare incantevole. La loro vera professione li ha poi portati a realizzare un ospedale di 550 metri quadri con 8 letti di degenza, 4 ambulatori, una sala operatoria, un laboratorio analisi e un centro radiologico, grazie  alla solidarietà di tanti e il sostegno di amici, oltre al supporto straordinario dei volontari sia professionisti che civili.
La coppia, affiatatissima nella vita coniugale come in quella professionale, da ormai 5 anni  gestisce la struttura creata in una zona dove l’assistenza medica è inesistente (l’ospedale più vicino dista più di 250 chilometri e con servizi  esclusivamente a pagamento). I pazienti, pur di poter usufruire del servizio dato, affrontano viaggi di giorni e giorni trasportati su carretti trainati dagli zebù, e nei casi ‘gravi’ con sistemazioni precarie ricavate con vecchi pagliericci o vecchi sedie. La struttura creata dai coniugi Pasotto, che hanno fondato l’Associazione ‘Amici di Ampasilava’ Madagascar onlus, si regge esclusivamente attraverso donazioni, ricavi  da iniziative private organizzate allo scopo e dal ritorno del ’5xmille’ in quanto riconosciuta dalla regione Emilia Romagna come ‘onlus’.
E’ questa la forza che consente uno straordinario turnover di volontari (medici, infermieri, civili) che utilizzando ferie o aspettativa e pagandosi il biglietto aereo, permettono di mantenere operativo l’ospedale 365 giorni l’anno da 5 anni. I volontari, appagati dal lavoro svolto, dalla gratitudine che la popolazione di etnia ‘Vezo’ trasmette attraverso il sorriso di un bambino operato di cataratta che lo aveva reso pressoché cieco, o dalla partoriente che, salvata in extremis, chiama il proprio nascituro Nando, nome di battesimo del medico intervenuto, al loro rientro trasmettono ad amici e colleghi questa ‘carica’ ricevuta presso l’ospedale ‘Vezo’, creando nuovi volontari e garantendo così continuità alla loro opera. Continuità che in numeri annui significa: 32.000 visite mediche, 130 volontari, 4 equipe chirurgiche, equipe oculistiche e servizio dentistico e odontotecnico; numeri che esaltano la forza della solidarietà.
Prossimo traguardo dei due coniugi è quello di terminare la realizzazione completa del fotovoltaico per abbattere gli enormi costi per la produzione di energia elettrica con i generatori a gasolio. Tutte le info si possono trovare sul sitowww.amicidiampasilava.com

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