martedì 29 giugno 2010

DAL MADAGASCAR L’AIM SI ASSOCIA ALLA PROTESTA DELL’INAS SULLA “NO TAX AREA”


ANTANANARIVO\ aise\ - Anche l’AIM, l’Associazione Italiani in Madagascar, si unisce alla denuncia dell’INAS (vedi aise del 21 settembre h.18,22) in merito alla reintroduzione della “no tax area” per gli immobili posseduti in Italia dai nostri connazionali all’estero ad opera del Decreto Bersani – Visco. In una lettera aperta al Presidente dell’Inas Cisl, Giancarlo Panero, l’AIM sottolinea che per i numerosi italiani che vivono in Madagascar con una misera pensione INPS, questa ulteriore imposizione fiscale dello Stato Italiano crea seri problemi di sopravvivenza. Esistono parecchi connazionali che, per non mettere in atto quel taglio del cordone ombelicale con la Madre Patria, possiedono ancora l’abitazione in Italia per poterci forse un giorno ritornare” e che “essendo a conoscenza delle ulteriori imposizioni fiscali riservate ai soli residenti all’estero, potrebbero prendere la decisione di lasciare definitivamente l’Italia e quindi di vendere il bene immobile”.

Con la presente protesta – si legge ancora nella lettera – intendiamo dire “GRAZIE” al Governo Italiano per il trattamento che riserva agli emigrati che, essendo esuli per evidenti motivi di lavoro e di sopravvivenza, continuando anche a pagare le tasse in Italia, senza viverci, vengono colpiti da una ingiusta disparità”.

Facciamo presente – aggiungono dall’AIM – che il Madagascar, essendo un paese extraeuropeo, non ha una convenzione bilaterale con l’Italia per evitare la doppia tassazione, e quindi è una imposizione che riguarda tutti gli italiani. Purtroppo, gli emigrati non sono rappresentati da un sindacato e non hanno avuto la possibilità di fare parte della piattaforma con cui il Signor Prodi ha concordato le varie norme del decreto 223”

Sarebbe gradito – concludono – che gli organi preposti al collegamento degli italiani all’estero con il Governo, e ci riferiamo in particolare al CGIE, che in questi giorni sta svolgendo il proprio lavoro a Roma, si facesse portavoce con il governo di questa protesta” (aise)