lunedì 28 ottobre 2013

Elezioni Presidente della Repubblica del Madagascar

Il 25 ottobre si sono tenute in Madagascar le elezioni per eleggere il Presidente della Repubblica.
I candidati che hanno partecipato alla competizione elettorale sono stati 33 e gli aventi diritto a voto circa 8 milioni di malgasci.
La pencentuale dei votanti è stata circa del 56%. Per avere i risultati definitivi in Madagascar normalmente passa circa un mese, ma le informazioni di stampa riportano che solamente due candidati  sono in testa per presentarsi il 20 dicembre prossimo al ballottaggio e cioè:
Richard Jean-Louis Robinson del partito Avana, sostenuto dall’ex presidente Ravalomananadel quale è stato ministro della Salute e Hery Martial Rakotoarimanana Rajaonarimampianina, ex ministro della Finanza,  sostenuto dall’attuale Presidente di Transizione Andry Rajoelina.

Robinson Jean Louis
Al momento in cui scriviamo Robinson è al 30,03% e Hery è a 14,44%.
Speriamo che vinca il migliore.

Luana e Gialuma

Sono Luana Mannocci nata a Piombino e da tantissimi anni svolgo la professione di medico ad Ariccia in provincia di Roma. Mi piace viaggiare e raccogliere erbe domestiche nei campi, ma mi piace anche leggere, dipingere lavorare all’uncinetto

Il lavoro
Oltre a essere medico generico specializzata in patologia generale, con una particolare formazione sulle Malattie della Povertà e dell’Immigrazione ho ricevuto in sette anni di volontariato presso la II Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto Primo una particolare formazione in pediatria
Sono iscritta all’Ordine dei Medici di Roma e all’Ordine dei Medici di Antananarivo

La famiglia
Sono sposata con Marcello e abbiamo due figlie Giada e Letizia, mio marito dopo avere lavorato per 27 anni come sindacalista, oggi gestisce un agriturismo didattico per ragazzi e bambini a Lanuvio ed è responsabile progetti di Gialuma onlus l’associazione che abbiamo fondato nel 2004.

Come è nata la tua passione per il terzo mondo
In seguito all’arrivo di numerosi immigrati nel mio studio di medicina generale, ho voluto approfondire le tematiche  delle malattie dei paesi poveri, per sentirmi più preparata  a far fronte come medico alle loro richieste.
Ho fatto un primo corso di 700 ore  all’università Cattolica poi  un Master Biennale alla Caritas Romana, poi un master ad Ancona organizzato dalla Fondazione de Carneri e dall’associazione Carlo Urbani  e presso l’INMP.
Ho vinto una borsa di studio per un master in Tanzania(isola di Pemba) sull’organizzazione di campagne di salute nei paesi del terzo mondo.
Ho fondato un ambulatorio per Immigrati Irregolari presso la Asl RH2 che ho condotto per sette anni. L’ambulatorio è stato per molti anni l’unico punto salute  nel distretto RMH2 ( un territorio di oltre cento mila abitanti).per immigrati irregolari.



Il Madagascar
  Il Madagascar in realtà mi è stato indicato casualmente da una mia paziente che lavorava a S. Egidio, che mi ha suggerito di fare questa esperienza nel sud Madagascar a Fort Dauphin  presso il dispensario delle figlie della Carità.

Come è sorta Giuluma
Gialuma è sorta dopo il primo viaggio in Madagascar e per spiegare meglio il mio stato d’animo riporto qui di seguito una lettera che ho inviato alle mie figlie; era il 15 agosto 2004.

Ecco la lettera
"Fort Dauphin  ore 16,00 del 15 agosto  2004
 Cara Giada, Cara Letizia, 
Vi scrivo dal Parco di Nahampoana alla fine di una bella escursione, a piedi e in barca, lungo i canali della foresta, sono ormai a metà viaggio, vi penso spesso con affetto e nostalgia, e, con un po’ di rimpianto per non essere riuscita  a portarvi..
Oggi ho giocato con i Lemuri, allegri e curiosi, ho visto un boa arrotolato accoccolato su un albero proprio sopra la testa di papa’..le piante poi, sono magnifiche..
Oggi, siamo in questo incanto..lontani dai malgasci..è un posto per turisti, questo..molto semplice e bello però..
Questi giorni ho visto molte cose, che, arrivata a casa, forse, non saprò raccontarvi..i documenti fotografici parleranno per noi..,spero, ma non sarà proprio come vedere..
..Ho visto, figlie mie, incarnato, il motivo che ci costringe ad essere felici..ho toccato con mano la gioia di avervi fatto nascere nella nostra puzzolente società..la gioia di aver avuto sempre per voi, tutto quello di cui voi avevate bisogno per crescere, il cibo, gli abiti per vestirvi, una bella casa per farvi vivere..e dolci, e caramelle, e giochi, e forza per farvi tenere effusioni..ho visto e sentito sulla pelle per la prima volta, l’immensa gioia di avere per voi la sicurezza del cibo, dell’acqua pulita, delle cure..la gioia di donarvi il sapone, le creme, il profumo, per farvi avere la pelle liscia e profumata  e la sicurezza e la libertà di farvi  sentire  desiderabili agli occhi di chi amate..
Ho visto, e sentito, annusato e toccato con mani, l’invisibile gioia di farvi studiare e di aprire le porte della vostra mente  per conoscere ciò che vi circonda, e capirlo..
La madre malgascia..no..non sente, non ha questa gioia, i bimbi qui muoiono spesso prima ancora di crescere, hanno piedini massacrati dalle pulci della sabbia che, depongono le uova sotto la loro pelle..non hanno scarpe loro, e se ce l’hanno, nessuno ha fatto capire loro l’importanza di usarle..i piedini dei bimbi malgasci sono diversi da come erano i vostri..e di come saranno quelli, delle creature fortunate che nasceranno dal vostro seno..quando voi lo vorrete…
La madre malgascia è povera povera..non sfama i suoi bimbi, il più delle volte non ha nulla, una patata arrostita, una manioca, e tanto sporco intorno, tante malattie..nella miseria più nera, nell’ignoranza totale, che intorpidisce la mente, cresce i figli che riesce a tirare avanti..come una primitiva..beve l’acqua mista alla fogna, e la da ai suoi bambini..microbi e batteri con la malnutrizione fanno il resto..Ma, lei e i suoi bambini, sorridono…
Qui, bimbe mie, passa tutto in secondo piano..le liti, l’aggressività, le depressioni insulse della nostra vita di occidentali viziati..qui si torna ad essere uomini e donne, a comprendere che da questa vita non ci si deve escludere, noi che abbiamo tutto, abbiamo nei confronti di questa gente il dovere di essere felici, di portare tra noi la loro voce, di amplificare la loro sofferenza, di far vedere ai ciechi, di far sentire ai sordi!
Abbiamo il dovere di dare un aiuto, anche solo intellettuale, perché i pochi che sanno diventino molti..perché il mondo cambi direzione…
                                            Un bacio mamma "
E allora......
Sono rientrata da quel mio primo viaggio frastornata per quello che avevo visto con i miei occhi e per molti mesi con mio marito abbiamo sempre avuto queste immagini dei bambini poveri del Madagascar, di questa povertà che quando l’incontri, quando incontri questi bambini, ti sorridono e ti salutano con tanto amore e non ti chiedono nulla.
Ho ritenuto che era un mio dovere cercare di fare qualcosa.

Il primo problema tornando in Madagascar
La difficoltà di  rapporto con la referente Veronica sin dal nostro primo viaggio, con le suore di Fort Dauphin e la constatazione che i bambini dell'Orfanotrofio di Fort Dauphin (per  visitare i quali ero andata ) erano in stato di abbandono e denutriti nonostante  gli arrivassero copiosi aiuti dall'Italia

Gli abitanti del Madagascar
Popolo meraviglioso, complesso, una moltitudine di poveri, sfruttati, sorridenti ma drammaticamente tenuti nell’ignoranza.
Ho fatto 20 viaggi in Madagascar, in media 2 all'anno, portando sempre strumentario  medico, farmaci e qualche regalo per i bambini e tanta energia per riuscire a capire e per dare loro la speranza di crescere autonomi ed indipensìdenti secondo la loro cultura.

Cosa pensi della politica
Non ho particolari pensieri, in Madagascar, come in gran parte del Mondo,  le politiche sono determinate dai grandi assetti finanziari, dalle speculazioni e dagli sfruttamenti delle risorse e da precisi giochi di potere economico  che nel particolare caso del Madagascar hanno mano del tutto libera per lo stato di grande miseria ed ignoranza in cui è costretta la maggior parte della popolazione. Del resto  puntare sull'educazione(quella vera, quella che porta alla crescita ed all'autonomia) non mi sembra  sia ancora entrato nel cervello di molti.

Di cosa vai particolarmente orgogliosa
Della mia ostinazione e della determinazione, dell’unione con mio marito che in questa esperenza ci ha visto entrambi  crescere, dell'essere arrivata alle tappe della mia vita con le mie forze e solo con quelle oltrechè con il grande aiuto della mia famiglia che non mi ha mai ostacolato.

Hai un messaggio da comunicare
Se tutti coloro che sono impegnati nel mondo della cooperazione e degli aiuti internazionali riuscissero a superare la logica dell’orticello sarebbe risolto il problema della povertà nel mondo.
Si assiste troppo spesso sia in Italia che in Madagascar  ad interventi  che vanno ben oltre il limite del rispetto dei beneficiari, si pensa che  il nostro progetto possa essere copiato…anziché …condividerlo, ognuno cerca di strappare un piccolo spazio di potere vicino al quale  non vogliamo che nessuno  si avvicini, per la stolta paura di perdere il privilegio …
Nella realtà, ho sempre sostenuto la necessità urgente di individuare progetti orizzontali che partendo da cose semplici, sui quali più o meno tutti siamo impegnati, come può essere l’alimentazione  o le campagne di educazione all’igiene o alla lotta contro i parassiti intestinali

L’errore più grande della tua vita
 Non aver saputo prima come era il mondo dall’altra parte.

Dove vorresti essere
In Madagascar o in qualunque parte del mondo dove il mio  lavoro possa essere utile alle persone più povere e dove possa donare me stessa e apprendere e riflettere sulle cose su cui non mi sono  mai soffermata.
Luana Mannocci

Gialuma onlus è stata premiata nel 2007  dal Presidente della Repubblica per ” la meritoria attività umanitaria svolta a favore delle popolazioni del Madagascar” e per la realizzazione della Mostra Evento:”Madagascar:alle Donne ed alle Bambine” premiata nel 2012 con contributo e medaglia dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Il prossimo progetto Rosso Bianco Verde :
3 colori per 2 bandiere di 2 paesi
Italia Madagascar
Progetto di Fratellanza e Conoscenza tra Italia e Madagascar
Progetto triennale finalizzato alla realizzazione e sostegno della
Casa dei Ragazzi a Fort Dauphin
Organizzato da Gialuma onlus
 in collaborazione con il Liceo Joyce di Ariccia  del Comune di Ariccia di Genzano e di Albano Laziale

Prenderà l’avvio il 19 novembre al PalaCesaroni di Genzano di Roma alle 9,00
con il contributo straordinario all’Inaugurazione del prof Aldo Morrone

Descrizione iniziativa :
Si tratta di un’iniziativa che si svolgerà durante due anni scolastici nei quali verrà realizzata una formazione approfondita tesa alla conoscenza del paese Madagascar, da più punti di vista.
Questo avverrà mediante momenti di formazione specifica a scuola e mediante momenti collettivi, tesi a creare e progettare iniziative di sostegno del progetto stesso nella propria scuola ed iniziative di confronto con gli studenti di diversa formazione scolastica.
Durante il progetto una rappresentanza di ogni scuola, selezionata dal corpo docente e dalla dirigenza scolastica e finanziata dallo sforzo collettivo, oltre che dal contributo di alcuni sponsor, potrà realizzare un viaggio di conoscenza diretta del paese Madagascar guidato dai fondatori di Gialuma onlus e riportare poi le proprie emozioni ai compagni, grazie anche a produzioni fotografiche, interviste, diari ect.
Sito internet: www.gialuma.it   email gialuma.onlus@libero.it
Altri Faccia a Faccia
Il Medico dell’OMS per la malaria

L’agronomo toscano che coltiva la Jatropha

Stefano della gelateria italiana si racconta

Nata in Madagascar esercita in Italia

Vive a Nosy Be ed gestisce un diving

-       Il calciatore mancato!!!
L’Alberto professionista del turismo in Madagascar

-       Alessandra
Per uno scherzo ha lavorato con Kokoa a Nosy Be

Manuela fornisce i più importanti ristoranti del vero gelato italiano

Vive a Cagliari ma si è sposata con il rito malgascio

Cronaca di una ragazza felinese che sta provando da tre mesi un’altra vita

Ex Candidato a Presidente della Repubblica del Madagascar

In una foresta ha costruito il suo villaggio

Vive e ospita i suoi amici e clienti in una isola deserta

Ha battuto tutti i record di immersione

Pino Schintu, genovese, grande professionista della fotografia

Fra Marino vive e lavora al nord in una zona impervia del Madagascar

È arrivato in nave tanti anni fa e oggi gestisce anche una radio

Sposata con un ingegnere ha un bel negozio con i vetri di Murano

-       Olga del Madagascar
Vive in Italia, ma il suo cuore è sempre in Madagascar

Anche Lea vive a Roma e i suoi figli studiano all’Università

In Italia facevo il fiorista collaborando nella azienda familiare


Alla scoperta dei suoni e delle danze del Madagascar

Il Madagascar è la più grande isola africana e offre 5mila km di coste magnifiche con spiagge bianche, barriere di corallo e fondali incantevoli popolati da molte varietà di pesci.
Se sei un amante della natura e del mare, sicuramente una vacanza in Madagascarè ciò che fa per te. L’isola infatti è stata dichiarata dal WWF uno dei paesi con il più importante patrimonio ecologico del pianeta, con i suoi parchi e le sue riserve naturali. Il clima è per tutto l’anno gradevole, tra i 20 e i 30 gradi, e a prescindere dal periodo che sceglierai per la tua vacanza rimarrai estasiato dalle inconfondibili fragranze che riempiono l’aria, dalla vaniglia al pepe alla cannella. Anche il calore del popolo malgascio è garanzia di una vacanza straordinaria e anche tu sarai presto contagiato dal loro sorriso solare e dalla loro allegra ospitalità.
Oltre ai colori e i profumi, il Madagascar saprà sedurti anche grazie ai suoni, alle note, i ritmi tradizionali e la danza. Le influenze africane ed indonesiane sono molte e i ritmi vengono accompagnati soprattutto da strumenti a corda. Il kabosy, ad esempio, è una specie di mandolino.



Poi c’è la marovany, una sorta di cetra che ricorda una scatola con due serie di corde ai lati. Il valiha invece è composto da una canna di bambù con un largo diametro e 21 corde da pizzicare. C’è poi lo jejy yoatova, composto da due serie di corde messe ad angolo retto tra loro. Molto usato anche il lokanga, un violino a tre corde, assieme al tipico flauto chiamato sodina. La musica è un aspetto fondamentale della cultura e della società del Madagascar, infatti essa accompagna sia le varie manifestazioni, che feste, che riti religiosi. Il più noto canto tipico è il vahy soava, che si esegue con il solo accompagnamento del battito delle mani e che troverai sicuramente estremamente suggestivo. Per quanto riguarda la danza, il salegy è l’assoluto simbolo della festa, si balla con ritmo travolgente e ti trasmetterà una sorprendente energia vedendolo eseguire.


 La carica e la melanconia del salegy sono profondamente legati all’anima della musica tradizionale malgascia ed è proprio qui che troviamo il potere magico e il mistero di questa musica. Un aspetto curioso del canto tradizionale è l’assenza apparente di tematiche religiose, mentre capita di trovare testi profani e a volte anche abbastanza smaliziati! E’ solo un’apparenza però, i temi infatti rimangono il più delle volte legati all’amore, alla vita, alla tolleranza e al creatore.


Non lasciare che il sogno fugga via e afferralo con entrambe le mani! Il Madagascar è più vicino di quanto pensi: vivilo subito!
Fonte:http://www.veratour.it/
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Dal Madagascar all'Italia: due settimane con le protagoniste di Terre di Seta

Una rappresentanza di artigiane malgasce sarà ospite della Coop. Soc. Villaggio Globale di Ravenna dal 2 al 13 ottobre per promuovere Terre di seta, il progetto di importazione diretta di sciarpe del commercio equo dal Madagascar.
Il Villaggio Globale di Ravenna, grazie al contributo dell'Otto per Mille della Tavola Valdese, ospiterà per la prima volta dal 2008, anno di nascita del progetto, M.me Belle, artigiana e M.me Mbolatiana, formatrice di Ravinala, piccolo esportatore di commercio equo e partner di Terre di seta. Il loro viaggio è stato pensato per far conoscere più da vicino il progetto che unisce la cooperativa ravennate e due gruppi di tessitrici dell'altopiano centrale malgascio, per raccontare la lavorazione e le tradizioni legate alla produzione della seta selvaggia locale detta "Landy Be", promuovendo quell'incontro e scambio diretto fra produttore e consumatore che è caratteristica unica del commercio equo e solidale.
A Ravenna sono previsti due incontri aperti al pubblico:
- Giovedì 10 ottobre presso la Casa delle Donne in via Maggiore, 120 avrà luogo alle ore 21.00 "Viaggio nell'Isola Rossa. Uno sguardo femminile su turismo responsabile, saperi artigianali e vita quotidiana in Madagascar" in collaborazione con la rete di turismo responsabile ViaggieMiraggi.
- Venerdì 11 ottobre alle ore 18.30 invece Terre di Seta verrà raccontato attraverso la voce delle sue protagoniste.: le ospiti del Madagascar porteranno la loro testimonianza presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, in via Baccarini 3. Sarà presente alla serata l'assessore alla Cooperazione Internazionale Valentina Morigi. A seguire sarà offerto un piccolo rinfresco con specialità malgasce e di commercio equo.
Non meno importante sarà la presenza di uno stand dedicato a Terre di Seta a Ferrara, in occasione della fiera nazionale del commercio equo e solidale "Tuttaunaltracosa" dal 4 al 6 ottobre, dove visitatori e botteghe di tutta Italia potranno conoscere il progetto e le produttrici, con l'obiettivo di sostenere e ampliare la commercializzazione delle sciarpe anche al di fuori del territorio ravennate
Le produttrici saranno impegnate durante il loro tour italiano non solo a rapportarsi col pubblico ma affronteranno anche momenti di formazione e confronto essenziali per il miglioramento della produzione e della qualità dei tessuti.
In occasione di questo evento sarà lanciato il sito web con possibilità di acquisto online delle sciarpe www.terrediseta.it.
Le sciarpe di Terre di Seta sono fatte con un tipo di seta ottenuto dai bachi della specie "Borocera Madagascariensis", una farfalla endemica del paese, che non può essere allevata e si nutre principalmente delle foglie di Tapia, una varietà di gelso originaria di questa regione. Le donne del Madagascar la lavorano creando un tessuto unico chiamato "Lamba landy". Si dedicano a questa attività nei momenti in cui non sono impegnate dal lavoro nei campi, seguendo personalmente tutte le fasi della lavorazione, dalla raccolta dei bachi alla filatura, fino ad arrivare alla tessitura e alla vendita.
Grazie agli introiti derivanti dalla vendita delle sciarpe negli anni le artigiane hanno potuto migliorare il loro tenore di vita e quello delle loro famiglie, avendo l'opportunità di mandare a scuola i figli, avere accesso a cure mediche e apportare migliorie alle abitazioni del villaggio.
Casa delle Donne in Via Maggiore, 20 a Ravenna
Sala Muratori della Biblioteca Classense, in via Baccarini, 3 a Ravenna

Villaggio Globale Coop.Soc.
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Da Sassari al Madagascar

Nei prossimi giorni don Francesco Meloni, 34 anni di Sorso, e don Emanuele Piredda, 38 anni di Ossi, partiranno alla volta del Madagascar, presso la Diocesi di Ihosy

Dopo più di trenta anni la Diocesi di Sassari avrà due missionari impegnati all'estero. Era il 1978 quando partirono gli ultimi sacerdoti. Da allora non mancarono comunque le missioni dai comuni della Diocesi, ma ad attraversare il mare verso Africa, Asia e Sudamerica furono dei religiosi. Nei prossimi giorni don Francesco Meloni, 34 anni di Sorso, e don Emanuele Piredda, 38 anni di Ossi, partiranno alla volta del Madagascar, presso la Diocesi di Ihosy, in regime di "fidei donum", ovvero saranno inviati per realizzare un servizio temporaneo, dai 3 ai 15 anni, in un territorio dove una diocesi esiste già. Tutto questo avviene tramite una convenzione stipulata tra il vescovo che invia, il vescovo che riceve ed il presbitero stesso.

«Quando entrambi furono ordinati sacerdoti dissi loro di valutare la loro vocazione missionaria. Qualche tempo dopo formularono la richiesta», ha spiegato mercoledì mattina l'arcivescovo di Sassari, padre Paolo Atzei, ai giornalisti intervenuti in Episcopio. Don Emanuele comunque ha già un'esperienza di missione: è stato in Perù, a Cuzco, dove c'è oggi il fratello missionario. Anche don Francesco ha passato già un periodo all'estero:  è stato in Romania, in una casa di accoglienza, ed in Madagascar, con le suore di Padre Manzella, dove si è innamorato della missione. Ancora cinque giorni a Sassari allora, e poi la partenza per il Madagascar, dove potranno rimanere dai tre ai quindici anni.

La Diocesi di Ihosy copre un territorio grande quasi due volte la Sardegna e si trova nella parte meridionale del Madagascar, all'interno, lontano dal mare. Ha 321mila abitanti di cui 71854 sono cristiani con un 9 per cento di cattolici. Ci sono tre parrocchie, con 32 sacerdoti, di cui 15 sono secolari e 17 sono religiosi, con 9 di questi ultimi missionari vincenziani italiani di cui due sardi, Giovanni Razzu di Martis, 80 anni, e Tonino Cogoni di Aritzo, 75 anni. Facendo un raffronto: in Sardegna ci sono dieci diocesi, con 850 sacerdoti.
«Attenzione, la notizia non è che noi andiamo in missione ma che esiste il Madagascar», ha fatto subito notare don Emanuele Piredda.  «È importante fare capire che il Madagascar è povero. Perché? Le motivazioni sono nel sistema internazionale attuale. Il lavoro nostro sarà anche aiutare l'Africa ad essere Africa, a riappropriarsi della propria cultura». Intanto nei prossimi giorni sarà distribuita in Sardegna un'edizione speciale di Avvenire, circa 6mila copie, insieme ad settimanale diocesano "Libertà". «Andiamo in una terra di nuova evangelizzazione. Ci sono pochissimi sacerdoti e tante esigenze quotidiane da soddisfare. Siamo sicuri che la Diocesi di Sassari sia adesso pronta a mandare in missione anche laici», ha aggiunto don Francesco Meloni.

Don Francesco, 34 anni, è originario di Sorso, sacerdote da 5 anni e ha svolto sino ad oggi il suo servizio come vicario parrocchiale nella Pontificia Basilica del Sacro Cuore, nella pastorale giovanile diocesana, nell'Azione Cattolica dei Ragazzi, nella cappella interna all'ex ospedale psichiatrico. Don Emanuele è originario di Ossi, ha 38 anni, ha svolto il suo servizio come parroco a Campanedda e Tottubella e direttore del Centro diocesano missionario. In Madagascar è già avviata una missione da più di dieci anni delle nostre suore manzelliane ed ora il vescovo di Ihosy ha chiesto la disponibilità di preti missionari per la sua diocesi.

Nei prossimi giorni sono programmate una serie di iniziative. Giovedì mattina ci sarà un incontro in Seminario con il clero della Diocesi, mentre nel pomeriggio, alle 18,30, nella sala Mons. Isgrò, si terrà un convegno tenuto dal responsabile nazionale dell'Ufficio per la cooperazione tra le chiese, Alberto Brignoli. Venerdì 11 ottobre sarà la volta dei giovani che al Teatro Smeraldo alle ore 20 metteranno in scena uno spettacolo appositamente preparato. Sabato 12 ottobre dalle 16 alle 18 a Santa Maria di Pisa ci sarà la festa diocesana dei ragazzi missionari (dai 6 ai 12 anni). Domenica sera è prevista infine la celebrazione del mandato missionario, alla presenza delle reliquie di San Giovanni Bosco.

Prima di arrivare in Madagascar un'ultima sorpresa. Il 16 ottobre don Emanuele e don Francesco dovranno prendere l'aereo da Fiumicino per Parigi e poi per Antanarivo. Il volo da Roma parte alle 16,30. Questo significa che di mattina avranno l'opportunità di incontrare Papa Francesco, direttamente al termine dell'udienza generale in piazza San Pietro. (lufo)

Da Paladina al Madagascar La nuova vita di Serena

Serena Benaglia, 22enne di Paladina, in Madagascar, dove ha aperto da un paio d'anni il Manta Diving, un centro diving per le immersioni subacquee sulla costa ovest di Nosy Be.

La natura incontaminata del Canale del Mozambico, capace di offrire incontri emozionanti con megattere e squali balena, in una nuvola di pesci di ogni genere, colore e dimensione. Ma, soprattutto, persone che pur di fronte alla difficoltà di vivere in un paese del terzo mondo sanno regalare sorrisi e voglia di vivere.
Sono queste le ragioni che hanno spinto Serena Benaglia, 22enne di Paladina, ad andare a vivere in Madagascar, dove ha aperto da un paio d'anni il Manta Diving, un centro diving per le immersioni subacquee sulla costa ovest di Nosy Be.


«Ho deciso di trasferirmi qui – racconta Serena – nell'ottobre 2011: dopo aver conseguito il diploma superiore, ho scelto di viaggiare e nel 2010, in Egitto, ho conosciuto il mio attuale compagno, Emanuele, che mi ha aperto un mondo davanti a me, quello del mare».

Da lì «è scattato il desiderio di provare a vivere in Madagascar per tre mesi per provare lo stile di vita, il rapporto con questo popolo, la cultura e tutto ciò che ti può riservare il terzo mondo. Non appena siamo scesi dall'aereo ho sentito la sensazione di essere a casa.
Tutta la storia è su L'Eco di Bergamo del 3 ottobre
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